ARTEFATTI

Ogni artefatto, per Roberto Barbanti, è derivante da un gesto che lo produce e da una parola, come atto comunicativo intenzionale, che lo rende implicitamente espressivo. Attraverso la creazione di artefatti l’uomo produce una sedimentazione mnemonica che può essere intesa come un unico racconto carsico oggettivato – quindi espressivamente concreto – e oggettualizzato – ossia reso oggetto.
Se nel caso del suono e specificatamente all’ambito geografico occidentale la partitura prima e il supporto fonografico dopo sono diventati il contenitore formale di questa oggettivazione, la sound art e la sound performance hanno trasformato l’oggetto tattile e visivo concreto in oggetto fluido, la cui parola e il cui gesto si esprimono in eventi, luoghi o rimangono sospesi a mezz’aria tra l’etere e i servers di internet.
Nella sezione Artefatti sono raccolti i sedimenti di una ricerca sonora trasversale per oggetti fluidi che hanno avuto luogo ma possono ancora avvenire. Alla frizione tra word e world scapes di City Scripts, realizzato con Giorgio Vasta, si contrappone la schizofonia di Metascape; al degradamento temporale meta-storico di One Endless Minute quello spaziale fisico di Gradients.