BORGO SANTA MARGHERITA

TIPO DI BORGO — C

progettista — Filippo Colombrita

data di progetto — 1956

località — c.da santa margherita

stato di conservazione — riqualificato

Borgo Santa Margherita si trova su una collina a 680metri s.l.m. all’interno del Consorzio di Bonifica 6 Enna, ex Consorzio Gagliano Castelferrato-Troina, la cui storia inizia con il Regio Decreto n.1090/1049 del 27 aprile 1931, grazie all’iniziativa del Cavaliere gaglianese Carmelo Pulejo. Costituito per la realizzazione dei 13km di strada tra i paesi di Gagliano e Troina, l’iniziale superficie di interesse del consorzio è di 1730Ha. Nel 1934, si trasforma in Consorzio di Bonifica di seconda categoria in base al Decreto del Ministero dell’Agricoltura e Foreste del 9 febbraio a norma dell’art. 107 del Regio Decreto 13 febbraio 1933 n. 215 e successivi provvedimenti, tra cui i decreti del Presidente della Regione Siciliana n.185/A del 18 novembre 1952 e n.122/A del 3 aprile 1962 (leggi di più).
La Legge 1/1940 definisce i compiti dell’Ente di Colonizzazione del Latifondo Siciliano (ECLS) che, per volontà de
l Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste, coordina l’attività dei Consorzi di bonifica della Sicilia con direttive uniformi. L’articolo 6 della legge citata prevede la facoltà di affidare all’Ente «la gestione straordinaria dei Consorzi di Bonifica e di miglioramento fondiario» così che si possa attuare quella unicità di indirizzi, quella snellezza e rapidità di azione indispensabile al ritmo della colonizzazione del latifondo. Nel territorio di Gagliano, l’ECLS, in base all’art. 8 comma a), b) e c) della legge sul latifondo, pianifica lo scorporo dell’ex feudo Todaro e Campograsso di 720Ha, sospeso poco dopo a causa degli eventi bellici che dal luglio 1943 hanno ridefinito gli equilibri politico-sociali della Sicilia.
Tra le ultime attività dell’Ente di Colonizzazione è la redazione per incarico del Consorzio del “Piano Generale di Bonifica” limitatamente all’originaria superficie consortile di 1730Ha a cui fa seguito la domanda del 18 giugno 1950 per ottenere l’ampliamento del territorio di influenza per una superficie di 50.299,74.77Ha, ricadenti nel comprensorio della Piana di Catania-Alto Simeto. Fino a quel momento, il costo delle opere pubbliche «già eseguite ammonta a 237.424.100Lire e quello delle opere progettate a 98.800.000Lire, le opere di competenza privata ascendono a 131.000.000Lire».
Il piano redatto, che ha lo scopo di indicare gli interventi da eseguire e determinare le direttive fondamentali da osservare nella esecuzione delle opere di competenza privata, è formato dal progetto di massima delle opere di competenza della pubblica amministrazione (sistemazione idraulica, stradale, approvvigionamento idrico) compilato dall’Ing. Agostino Indovina e dalle direttive fondamentali per la trasformazione agricola compilato dal Prof. Francesco Platzer. L’elaborato è ritenuto meritevole di approvazione dal voto del 4 dicembre 1950 n.281 del Comitato Tecnico per la Bonifica Integrale di Enna e dal voto n. 27766 del 19 gennaio 1951 del CTA presso il Provveditorato alle Opere Pubbliche della Sicilia. Inoltre, vengono soddisfatte le prescrizioni dell’art. 4 del Regio Decreto 13 febbraio 1933 n.215 e dell’Art. 7 della L.R. 27 dicembre 1950 n.104, e per tale ragione è approvato dall’Assessorato Agricoltura e Foreste della Regione Siciliana con Decreto del 14 settembre 1951.
Grazie all’intervento della Cassa per il Mezzogiorno, vengono istituiti i quattro “Distretti di trasformazione integrale” Ancipa, Roccella, Pozzilo e Cerami, necessari a realizzare un’omogenea trasformazione fondiaria, completando le opere pubbliche previste nei piani generali di bonifica ed eseguendo contemporaneamente tutti gli interventi di miglioramento utili per la definitiva attrezzatura delle aziende. Alla luce di ciò, il CDA della Cassa per il Mezzogiorno, con deliberazione del 13 novembre 1952 e 12 agosto 1953, concede all’ERAS la progettazione esecutiva delle opere pubbliche e private relative ai distretti di Pozzillo e Cerami e coordina anche le opere da eseguire nei distretti dell’Ancipa e del Roccella, realizzando in questo modo unicità di indirizzo nella programmazione delle opere.
Tra i lavori di competenza statale, una sezione corposa riguarda la realizzazione dei borghi rurali.

Creati, mediante le opere di bonifica idraulica, il rifornimento idrico, la costruzione di strade, di case coloniche, ecc., i presupposti per l'insediamento del contadino e della sua famiglia in campagna, è necessario fissarvelo stabilmente, legandolo intimamente alla terra nella quale lavora.

Siamo ormai in piena età repubblicana ma sembrano parole ereditate dall’idea fascista secondo cui il contadino debba risiedere stabilmente sul proprio podere, lontano dal paese e dagli altri lavoratori, evitando qualsiasi interazione sociale e politica. Così si decide di realizzare sette villaggi rurali, in cui le famiglie coloniche possono usufruire dell’assistenza medica, religiosa, scolastica o di qualche svago festivo e della possibilità di acquistare il necessario alle esigenze più immediate. 
Nella scelta dei luoghi di fondazione, il Servizio di Ingegneria dell’ERAS considera la possibilità di popolamento di quelle aree in cui è prevedibile un incremento della produzione agricola e zootecnica e valuta la facilità di accesso ai nuovi centri rurali mediante le strade esistenti o quello previste dal piano generale; ove possibile, i borghi sono da edificare presso gli incroci stradali e da collegare mediante raccordi alle vie principali. Si valuta anche la necessità dell’approvvigionamento di acqua potabile, tenendo presente la portata minima sufficiente ai bisogni dei centri rurali, ognugno dei quali è da servire da un ramo dell’acquedotto consortile. Infine, si considera la salubrità delle zone prescelte, la buona esposizione rispetto ai venti dominanti e il buon soleggiamento dei fabbricati.
I borghi rurali all’interno del Comprensorio Gagliano Castelferrato-Troina sono progettati nelle seguenti località:

a quota 750 circa, in prossimità dell’intersezione delle strade di bonifica n.3 e n.8, costituito dai seguenti edifici:

— Ufficio dell’Ente, ambulatorio medico, delegazione comunale;
— Ufficio postale, caserma carabinieri;
— Chiesa con canonica;
— Magazzino cooperativa, carretteria e stalla;
— Edificio scolastico (2 aule) con alloggio per gli insegnanti;
— Fabbricati artigiani e forno;
— Fabbricati alloggi;
— Trattoria e locanda;

a quota 850 circa,che sarà servito dalla strada di bonifica n.11 e sorgerà in una zona nella quale è in atto un rilevante insediamento stabile di agricoltori di campagna.
Per la sua quota, questo Borgo, non potra essere servito dall’acquedotto: all’approvvigionamento idrico si potrà però provvedere mediante captazione e razionale utilizzazione di manifestazioni sorgentizie accertate nelle vicinanze.
Questo Borgo sarà costituito dai seguenti edifici:

— Ambulatorio, delegazione comunale;
— Collettoria postale, caserma carabinieri;
— Chiesa con canonica;
— Scuola (2 aule) con alloggio insegnante;
— Trattoria, locanda, rivendita.

comprendenti:

— Chiesa, ambulatorio medico, aula scolastica e alloggio;

I borghi di tipo minimo sorgeranno nelle seguenti località:

  1. In contrada Ponte Cerami (Comune di Cerami) a quota 600 circa; ricadrà nel distretto di trasformazione integrale di Cerami e sarà servito dalla strada di bonifica n.4
  2.  In contrada Nagarello (comune di 0agliano Cautelferrato) a quota 575 circa sorgerà al limite fra i distretti di trasformazione integrale di Cerami e Pozillo, presso l’intersezione fra le strade di bonifica n.15 e n.2, in una zona nella quale è stato operato un rilevante scorporo per la Legge di Riforma Agraria e nella quale, in conseguenza, è prevista la costruzione di case coloniche per gli assegnatari.
  3. In contrada S. Margherita (comune di Gagliano Castelferrato) a quota 700 circa, in una zona ove è in atto l’insediamento stabile di popolazione rurale; sarà servito dallastrada di bonifica n.12 e ricadrà nel distretto di trasformazione integrale di Pozzillo.
  4. In contrada Boccadorso (Comune di Nissoria) a quota 600circa; sarà servito dalla strada di bonifica n.9
  5. In contrada Pernice (Comune di Regalbuto) a quota 450 circa; ricade nel distretto di trasformazione integrale di Pozzillo, non lungi dal serbatoio omonimo, sarà servito dalla strada di bonifica n.6.

A conclusione della relazione, si legge che gli edifici, all’atto esecutivo, possono essere «eventualmente modificati, ove si rendesse necessario qualche adattamento per le particolari condizioni del terreno». Dai faldoni con i disegni e le assonometrie firmate dall’Ing. Elio Balsamo salta agli occhi che il progetto per il borgo di tipo grande non è altro che una riproposizione molto fedele del progetto redatto in data 31 marzo 1953 dall’Ing. Domenico Lo Cascio per il borgo previsto in località Passarello (AG). Ed ancora, il progetto per un borgo di tipo B riprende la disposizione degli edifici da quello che l’Ing. Natoli aveva pianificato per un analogo centro rurale da sorgere in Contrada Verdi, presso Petralia. I disegni per la scuola rurale isolata, infine, ricalcano quelli che l’ERAS adotta per gli edifici di Binuara e Capparini. Prassi consolidata quella dell’ERAS di riconvertire, riutilizzare o addirittura copiare interi progetti: emblematico è il caso della chiesa di Borgo Africa il cui progetto è stato applicato all’edificio religioso di Borgo Manganaro.
L’importo delle opere di competenza statale progettate per attuare il Piano Generale ammontano a 14.376.323.487Lire suddivisi in:

  1. Sistemazioni idraulico-forestali — 4.622.608.480Lire
  2. Opere irrigue — 600.000.000Lire
  3. Approvvigionamento idrico (diga e acquedotti) — 1.753.000.000Lire
  4. Viabilità — 4.937.000.000Lire
  5. Borghi rurali — 417.000.000Lire

Ne risulta 12.329.608.480Lire a cui sommano il 10% per imprevisti (1.232.960.848Lire) e il 6% per le spese generali (813.254.159Lire).
L’ampliamento dei limiti del consorzio viene concesso due anni dopo la richiesta grazie al Decreto del Presidente della Regione Siciliana n.185/A dell’8 novembre 1952 . Il territorio ricade per la maggior parte in provincia di Enna (comuni di Agira, Cerami, Gagliano Castelferrato, Nicosia, Nissoria, Regalbuto, Troina) ed in parte minore in provincia di Catania (comune di Randazzo). Sono interessati i bacini imbriferi del fiume Cerami, del torrente Mandre, del torrente Gagliano, del fiume di sotto di Troina (o Fiumetto) e del fiume Salso, i quali rientrano nel bacino idrografico del fiume Simeto.

Con l’adunanza n.30231 del 25 marzo 1953, il CTA del Provveditorato alle Opere Pubbliche prende in esame il progetto stralcio esecutivo del 25 gennaio relativo al primo tronco per la strada di bonifica Gagliano Castelferrato – Borgo Santa Margherita per una spesa di 43.000.000Lire, suddivisi in 37.124.000Lire per i lavori a base d’asta, 800.000Lire per l’alberatura, 1.800.000Lire per espropriazioni e 3.276.000Lire per le spese generali all’8%. Tale progetto rientra in quello di massima, redatto il 15 gennaio dall’Ing. Turchio, dell’importo complessivo di 137.000.000Lire. In fase di revisione, il CTA respinge però l’elaborato, richiedendo integrazioni, ribassi e chiarimenti. Passa poco più di un anno, quando il 21 maggio 1954 il CTA con adunanza n.31686 si trova nuovamente a prendere in esame il progetto che, riveduto e aggiornato, viene questa volta approvato all’unanimità.
All’interno del perimetro consortile, dei previsti sette centri di servizio ne viene realizzato solo uno: Borgo Santa Margherita. Numerosi sono i rallentamenti sul piano di lavoro, causati da problemi tecnici ed economici che hanno obbligato il progettista Ing. Filippo Colombrita a rivedere il proprio elaborato. Il primo studio per il centro rurale gaglianese risale al 18 giugno 1956, quindi revisionato il 25 maggio 1957 ed ancora il 20 maggio 1958 perchè «mancante del referto di potabilità delle acque».
Il villaggio, ubicato nella parte finale della strada di collegamento con Gagliano Castelferrato, sorge in una zona dove, al momento della redazione della relazione tecnica, lo sviluppo della colonizzazione subisce un incremento notevole e si prevede ulteriore una volta ultimata la strada e costruito il borgo. Questo ha tutte le caratteristiche di un centro minimo o C così come indicato dagli articoli 1,2 e 3 del Decreto Interassessoriale n.2/3597 del primo aprile 1953 che riprende il Decreto Interministeriale n.11255 del gennaio 1941: i due provvedimenti fissano le caratteristiche dei borghi rurali, in relazione con la presumibile densità demografica dei singoli settori della colonizzazione, ed i corrispettivi limiti di spesa che, nel caso di un centro di tipo C, ammontano a 80.000.000Lire. L’area di fondazione si trova su un pianoro degradante nella parte Nord verso il vallone Santa Margherita che nel punto più vicino dista circa 300m e nella parte Sud-Est degrada verso il vallone che scende da Rocca di Canne. L’orientamento di tutto il complesso è fatto in modo da avere l’esposizione della scuola e di tutta la parte residenziale verso Sud-Est. Il Nord, invece, è riparato dallo sperone della Contrada Castelluccio che a circa 750/800m si erge da quota 750 a 900 metri.
L’area di pertinenza di Borgo Santa Margherita interessa circa 9000mq in cui si trovano i due corpi di fabbrica a “L” ad un solo piano fuori terra che racchiudono una parte interna di cortile da sistemare con aiuole e opere in verde: il corpo A è contraddistinto dalla chiesa e sacrestia con annesso locale per il catechismo, la scuola con un’aula e i servizi igienici. Nel corpo B si trova l’alloggio per il custode, l’ambulatorio medico e gli alloggi per infermiere e insegnante. Le opere connesse, invece, riguardano la sistemazione stradale e del piazzale in allacciamento alla strada di bonifica, l’approvvigionamento idrico ed elettrico, le fognature e gli arredamenti per i diversi ambienti.
Nel piano di esproprio è prevista una zona di dieci metri di profondità che da progetto è da utilizzarsi per eventuali costruzioni da parte di privati a cui cedere il terreno, «in armonia a quelle del Borgo stesso e per creare delle opere in verde». Nei limiti delle prescrizioni inerenti ai borghi di tipo C, il progettista Colombrita cerca di ottenere un complesso organico e funzionale che possa soddisfare le necessità della popolazione circostante. L’importo previsto dei lavori ammonta a 60.000.000Lire suddivisi in 46.084.105Lire per i lavori a base d’asta e 13.915.895Lire per le somme a disposizione dell’Amministrazione, rientrando così nelle indicazioni del decreto di massima spesa citato in precedenza.
Con voto n.41593 del 26 febbraio 1960, il CTA respinge il progetto di Colombrita a causa di numerosi “considerando” e lo invita ad elaborare nuovamente le analisi degli scavi, della cilindratura dei calcestruzzi, del ferro, della muratura in pietra da taglio, della muratura di mattoni e dei tetti.
Il progetto riceve l’approvazione con voto n.43141 del 20 dicembre 1960 dal Provveditorato e con decreto n.766/BO del 5 febbraio 1961 dell’Assessorato Agricoltura e Foreste si fissa in venti mesi, decorrente dalla data di consegna all’impresa aggiudicataria, il termine per l’ultimazione dei lavori. Dopo una prima gara d’appalto andata deserta, alla seconda partecipa soltanto l’Impresa Felice Vitale con un offerta al ribasso dell’0,5%. Pertanto l’Assessorato con nota n.Bo/4001/8632 del 26 giugno decide di annullare la gara e disporre l’aggiornamento dei prezzi. Il 15 ottobre 1961 l’Ufficio Tecnico del Consorzio rivede i prezzi, ripartendoli in 48.334.000Lire per i lavori a base d’asta, 16.606.000Lire per le somme a disposizione dell’Amministrazione e per le spese generali. Con parere positivo del CTA con voto n.45635 del 24 maggio 1962 e con il conseguente decreto dell’Assessorato n.Bo/7066 del 24 giugno è approvato il progetto dell’ottobre 1961 per l’importo aumentato su fondi regionali di 66.000.000Lire a seguito dell’accantonamento in via preventiva degli oneri di finanziamento nella misura del 2%.
Con regolare gara d’appalto del 21 agosto 1962, i lavori sono affidati all’Impresa Zingali Antonino ed il contratto è stipulato il 23 ottobre successivo presso gli uffici del Consorzio per il complessivo importo di 45.587.148Lire al netto del ribasso del 5,80%. La consegna avviene il 6 ottobre ed il termine utile per l’ultimazione è fissato al 5 giugno 1964, esattamente venti mesi dopo così come indicato dall’art. 71 del capitolato speciale d’appalto. I lavori, però, sono interrotti diverse volte, come risulta dai verbali: dal 18 gennaio al 6 maggio 1963; dal 10 febbraio al 10 maggio 1964; dal 2 dicembre al 5 aprile 1965, per un totale di 320 giornate. L’Assessorato, con nota n.Bo/814 del 16 febbraio 1965, concede una prima proroga di 198 giorni su richiesta del Consorzio con cui si fissa il nuovo termine di ultimazioni lavori al 20 dicembre 1964. Successivamente, con la nota assessoriale del 14 novembre 1966 n. Bo/14324 il Consorzio, in accoglimento della richiesta avanzata l’8 luglio precedente, ottiene in sanatoria la proroga di ulteriori 123 giorni, protraendo l’ultimazione dei lavori al 22 aprile 1965.
A presiedere le operazione di consegna è l’Ing. Francesco Sabella, dirigente del servizio ingegneria del Consorzio, e il Geom. Vincenzo Cusumano che ha tenuto la contabilità durante i lavori. Nei mesi in cui il cantiere è stato attivo, tutto si è svolto in conformità alle norme contrattuali e alle disposizioni date all’atto esecutivo dalla Direzione dei lavori.
Il 30 novembre 1965, nonostante non risulti eseguita la condotta di alimentazione idrica ed il bevaio, il Consorzio ottiene, grazie alla nota n.Bo/14656 del 30 novembre, la possibilità di chiudere la contabilità con economie rispetto all’importo contrattuale, riservandosi di completare i lavori citati in una successiva perizia di completamento, «già redatta per l’importo di 28.000.000Lire e trovasi in fase avanzata di approvazione». 
Il 6 ottobre 1966, il Consorzio prende in consegna provvisoria i locali della scuola e dell’abitazione dell’insegnante per metterli a disposizione del Direttore Didattico di Cerami ed adibirli, quindi, alla loro destinazione sociale a vantaggio della popolazione rurale della zona. Il 15 dicembre si procede al collaudo delle stanze alla presenza dell’Ing. Capo dell’Ufficio del Genio Civile di Palermo Vittorio della Corte, del Geom. Giuseppe Alaimo dell’Ufficio del Genio Civile di Enna, addetto all’Alta Sorveglianza dei lavori medesimi nei rapporti tra Consorzio e Assessorato, del Geom. Vincenzo Cusumano e del Geom. Domenico Zingali, procuratore e rappresentante dell’Impresa assuntrice.

Il 22 aprile 1967, il Consorzio presenta la domanda di concessione per eseguire il completamento del borgo in base al progetto del 18 marzo, rielaborato il 12 ottobre per un importo di 28.000.000Lire.
La concessione viene approvata con Decreto Assessoriale n.BO/4178 del 28 giugno 1968, visto il parere positivo n.1184 del Comitato Tecnico Provinciale per la Bonifica Integrale di Enna e quello n.170 del 22 giugno 1968 dell’Ispettorato Generale del Provveditorato alle OO.PP. La spesa, essendo relativa a lavori inerenti la costruzione di un borgo rurale, ai sensi del Decreto Interassessoriale n.2/4679 del 14 giugno 1954, va posta a totale carico della Regione Siciliana.
I lavori sono aggiudicati all’Impresa Vasta Salvatore di Centuripe che, offrendo il ribasso del 9,99%, ottiene l’appalto con licitazione privata il 22 ottobre 1970 e il contratto viene stipulato il 12 ottobre 1971. I lavori, consegnati con verbale del 22 novembre 1971, sono diretti dal Geom. Vincenzo Cusumano dell’Ufficio Tecnico del Consorzio e da concludersi entro «dieci mesi naturali e consecutivi a partire dalla data del verbale di consegna». Dal 30 giugno 1973, le attività vengono sospese e oltre al progetto principale, il 19 luglio viene redatta da Cusumano una perizia di variante dell’importo di 25.993.550Lire, approvata con D.A. n.15/350 del 21 marzo 1975 per lavori relativi a tubazioni, potabilizzazione, espropriazioni e altre spese per un importo ridotto di 25.264.450Lire. I lavori riprenderanno solo il 9 settembre 1975 e, grazie ad alcune proroghe concesse, vengono ultimati il 21 novembre come accertato da Cusumano con verbale del 15 dicembre.
Nonostante i ritardi e l’alluvione che ha colpito numerose volte Borgo Santa Margherita tra il dicembre 1973 e l’inverno del 1975, il 21 maggio 1976 l’Assessorato con nota n.814 gruppo 15 incarica il Dott. Ing. Stefano Tedesco ad eseguire il collaudo che avviene il 6 novembre successivo.
Poco meno di vent’anni dopo, il 6 giugno 1994 il Consorzio di Gagliano Castelferrato-Troina affida all’Ing. Andrea Milano il progetto relativo ai lavori di manutenzione e ristrutturazione di Borgo Margherita. Le opere consistono nella «progettazione di massima, progetto esecutivo, preventivo particolareggiato, particolari costruttivi e decorativi, capitolati e contratti nonchè della direzione, misura, contabilità, liquidazione ed assistenza al collaudo» per la realizzazione di una struttura ricettiva, culturale, ricreativa polivalente a servizio del territorio. Il progetto, redatto il 18 ottobre 1994, ammonta a 1.335.000.000Lire ed un primo stralcio esecutivo è presentato in data 30 novembre per 900.000.000Lire.

Le opere progettate si prefiggono lo scopo di un più organico e funzionale utilizzo dell'intero complesso, ove, fra l'altro, si prevede l'adeguamento del complesso rurale anche al fine di una migliore utilizzazione quale struttura ricettiva a carattere turistico, ricreativo e culturale, a servizio sia di gruppi organizzati colonie che del singolo cittadino.
L'idea progettuale è quella di consentire un più intenso utilizzo della struttura, anche perché non sono più attuali le condizioni di utilizzo per il quale venne realizzato. Pertanto si vuole adeguare l'intero complesso realizzando delle camerate con adeguati servizi per il pernottamento, nonché locale mensa e locale per attività culturali. Grande attenzione è rivolta alla sistemazione esterna ove si prevede una totale risistemazione per attività all'aperto, zona a verde, spazi per attività culturali e ricreative.

Nel progetto esecutivo del primo stralcio, dunque, è prevista sia la sistemazione dei locali interni per ripristinare le «condizioni originarie dal punto di vista architettonico», sia quella esterna in cui si intende procedere per ricreare «una macchia verde intorno al complesso in modo da migliorare l’impatto paesaggistico», riducendo in questo modo le aree destinate a viabilità e parcheggio per auto. Davanti la chiesa, è riservato un ampio spazio per le celebrazioni religiose nei periodi di buona stagione. Il progetto è rivolto anche alla creazione di spazi attrezzati all’aperto, alla ristrutturazione degli impianti tecnologici interni ed esterni (impianto idrico ed elettrico, fognature ed illuminazione) e alla fornitura degli arredamenti. Le spese del primo stralcio, come detto ammontanti a 900.000.000Lire, sono ripartite in 652.272.084Lire per i lavori in appalto e 247.727.916Lire per le somme a disposizione dell’Amministrazione. I lavori, da concludere entro dieci mesi consecutivi dal loro inizio, sono inseriti nel programma triennale 1994-1996 delle opere pubbliche adottate dal Consorzio con delibera n.50 del 18 marzo 1994, con priorità “1” nel settore edilizia e “5” generale. Il documento progettuale viene, così, approvato il 23 gennaio 1995 e porta la firma dell’Ing. Ascenzio Lociuro, in quel momento capo dell’Ufficio Tecnico consortile e colui che ci ha permesso di approfondire fatti e vicende di Borgo Santa Margherita.
Il 18 gennaio 1995, il Commissario Straordinario del Consorzio Dott. Nunzio Caruso presenta una richiesta di finanziamento all’Assessorato Regionale Turismo, Comunicazioni e Trasporti per attuare le opere di manutenzione e ristrutturazione di Borgo Santa Margherita. Il marzo successivo, l’Assessorato risponde che, in base al 4° comma dell’art. 4 del decreto assessoriale 27 ottobre 1993 di attuazione della legge regionale n.10/1991, si considerano soltanto i «progetti di massima o esecutivi minuti di tutte le autorizzazioni e dei pareri ottenibili in riferimento allo stato di elaborazione del progetto».
A seguito della Legge Regionale 25 maggio 1995, n. 45, il Consorzio di Bonifica Gagliano Castelferrato-Troina è soppresso ed accorpato, insieme ai Consorzi di Bonifica “Borgo Cascino”, “Altesina e Alto Dittaino” e al “Consorzio di Bonifica di 2° Grado”, nel Consorzio di Bonifica 6 – Enna, costituito con decreto del Presidente della Regione n.152 del 23 maggio 1997, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana n.49 del 6 settembre 1997.
Oggi, il destino di Borgo Santa Margherita è completamente diverso da quello degli altri borghi rurali di fondazione siciliani. È un luogo vivo grazie all’interesse dell’intera comunità gaglianese ma che certamente può aspirare a diventare un vero polo per il turismo lento e consapevole, così come ipotizzato in modo lungimirante già negli anni Novanta.