BORGO BRUCA

TIPO DI BORGO — b

progettista — Giuseppe Tesoriere e Alfonso Cocuzza

data di progetto — 1953

località — c.da bruca

stato di conservazione — ristrutturato

Borgo Bruca ricade in territorio di Buseto Palizzolo, in provincia di Trapani, e si trova su una delle tipiche colline che caratterizzano la parte occidentale della Sicilia. Il Borgo guarda il monte Barbaro su cui sorgeva l’antica colonia greca di Segesta, di cui oggi rimane un imponente tempio in stile dorico e un teatro che ospita ancora rappresentazioni teatrali e musicali.
Il 27 gennaio 1950, il Consorzio di Bonifica del Birgi approva il piano di massima delle opere di trasformazione fondiaria del comprensorio in cui risulta prevista anche la costruzione di un centro rurale di tipo C in contrada Bruca. Nel dicembre di quell’anno viene approvata la Legge sulla Riforma Agraria e l’ERAS, ora subentrato all’Ente di Colonizzazione, fa redigere dagli Ingg. Giuseppe Tesoriere e Alfonso Cocuzza il progetto per un borgo da realizzarsi a Bruca, zona assai spezzettata in piccole proprietà dove risiedevano circa 600 abitanti. Data l’importanza dell’area ai fini della trasformazione fondiaria, l’ERAS decide di realizzare un centro più idoneo allo scopo e cioè tale da potervi allogare tutti i servizi indispensabili per assicurare alla popolazione rurale la necessaria assistenza civile, religiosa, sanitaria e sociale. Alla luce di ciò, è avanzato un nuovo elaborato che riporta la data del 31 marzo 1953 che viene approvato con voto n.30626 in data 16 giugno 1953. Borgo Bruca, ora di tipo B, accoglie chiesa, scuola, caserma dei carabinieri, delegazione municipale, alloggi di servizio, ufficio postale e ambulatorio. Oltre alla realizzazione degli edifici sono previste la costruzione della strada di accesso con sistemazione di un piazzale interno, le fognature e la rete idrica grazie alle sorgenti tra i monti Scorace e Bocche di Molarella.
Fissata in dodici mesi la consegna dei lavori, la licitazione di appalto ha luogo il 23 ottobre 1953 e, da D.A. 01989/R.A. del 22 Aprile 1954, i lavori di costruzione sono  affidati con contratto del 10 agosto 1954, per un importo di 86.500.000Lire, all’Impresa Paolo Misuraca sotto la responsabilità dell’Ing. Girandoli – già responsabile dei lavori di Borgo Binuara – e del Contabile Mauroner. La spesa è ripartita come segue: 73.000.000Lire per i lavori a base d’asta (71.800.000Lire per lavori a misura e 1.200.000Lire per quelli a compenso a corpo), ridotti da 73.400.000Lire in conseguenza della riduzione del prezzo del ferro. 13.500.000Lire, invece, spettano all’amministrazione per imprevisti (4.070.000Lire), per arredamenti vari (7.830.000Lire), per alberature (800.000Lire) e per le espropriazioni (795.000Lire).
Secondo la circolare 22/55 del 14 luglio 1954 prot. 36508 del Ministero dell’Agricoltura e Foreste, i progetti per la costruzione delle chiese dei borghi rurali da eseguire nei comprensori di riforma agraria dovevano sottostare all’approvazione della Pontificia Commisione Centrale per l’Arte Sacra in Italia ed in ogni caso al giudizio del Vescovo locale. Il progetto e le pratiche amministrative di Borgo Bruca, però, risultano precedenti a tale circolare e non sottostanno alle nuove regole, creando così non solo imbarazzi tra la dirigenza dell’ERAS ma anche rallentamenti nell’ultimazione dei lavori. A sollevare il problema è il Parroco di Bruca, Don Francesco Di Giovanni che scrive una lettera informativa non solo all’Assessorato competente ma anche al Vescovo di Trapani Monsignor Corrado Mingo, al Dr. Girolamo Buccellato, all’Ing. Abbadessa e all’Onorevole Ludovico Corrao, eminente figura della Democrazia Cristiana siciliana e sindaco della rinascita artistica della nuova Gibellina, assasinato nel 2011. Il 19 luglio 1955, l’On. Corrao, interessatosi al caso, prega il Commissario dell’ERAS Rosario Corona di «evitare incresciose situazioni […], di volere interessare il competente Ufficio per la momentanea sospensione dei lavori e di inoltrare al più presto possibile il progetto alla commissione Diocesana d’Arte Sacra di Trapani».Questo ulteriore passaggio burocratico allunga i tempi di ultimazioni dei lavori che vengono ultimati cinque anni dopo il contratto stipulato con l’impresa, il 16 gennaio 1959.
Come per i centri rurali della Valle del Tumarrano, a Bruca non sono presenti case coloniche. Difatti, il Borgo avrebbe servito le abitazioni dei contadini già presenti sul territorio.
L’accesso a Borgo Bruca avviene tramite una lunga strada in salita da cui è possibile scorgere la chiesa, rispettando, così, le volontà che avevano condizionato la disposizione degli edifici nei borghi della colonizzazione pochi anni prima. Come sottolinea l’Architetto Basiricò, la borgata rurale si caratterizza per una «piazza aperta proposta per la prima volta da Luigi Epifanio in Borgo Fazio. […] La chiesa domina la piazza e la circostante campagna».
Il 10 settembre 1959, l’ERAS concede in via provvisoria l’utilizzo della Delegazione Municipale e dell’Ambulatorio al Comune di Buseto, come indicato dalla nota n.7459. La delibera fa seguito al verbale di consegna del giorno precedente – un Mercoledì – in cui si esprime e si sottolinea che la ditta esecutrice dei lavori «rimane sempre responsabile dei difetti di costruzione e della cattiva qualità dei materiali impiegati che eventualemente venissero riscontrati dal collaudatore all’atto della visita del collaudo stesso». Perchè i locali siano pronti per l’entrata in servizio alle ore 10.30, l’Ente si affretta ad organizzare una «spedizione in tempo utile degli arredamenti, attualmente in deposito presso il fabbricante, a mezzo camion».

Dall’1 ottobre 1959, i servizi pubblici offerti a Bruca sono ridotti e saltuari. Nella nota riservata n.137999 del 16 febbraio 1960, il dirigente Dr. Carlo Accardi sottolinea come il medico condotto Dr. Giuliano Amore presti servizio solo ogni due settimane e l’Ostetrica Antonia Pace di Piano Neve «si reca a Bruca ogni qualvolta viene chiamata». Il Comune, così, preme per ricevere un rimborso dall’ERAS per aver mantenuto in attività le strutture e poter pagare gli incarichi. Benchè la somma di 175.000.000Lire per il periodo 1 ottobre 1959 – 31 gennaio 1960 sia già stata predisposta dall’Ufficio Ragioneria e Contabilità dell’Ente in data 11 maggio 1960, interviene il Presidente Francesco Pignatone a bloccare la procedura. Difatti, con nota n.45390 del 7 giugno 1960 si chiarisce che «il Comune avrebbe dovuto attenersi alle leggi in vigore» e trattare il personale impiegato al Borgo come proprio dipendente, sollevando l’ERAS da qualsiasi rimborso spese. La cosa, però, crea qualche intoppo nelle casse comunali di Buseto, come si può constatare da un’accorata lettera del 13 luglio 1960 in cui l’ostetrica di Borgo Bruca denuncia i mancati pagamenti e chiede un intervento risolutore all’Ispettore Ugo Minneci.
Tra i servizi pubblici garantiti da un borgo di tipo B, vi è anche la stazione dei Carabinieri. A Bruca, però, la presenza dell’arma sembra ritardare se al 13 maggio 1960 il Colonnello Comandante Aldo Giannone scrive all’ERAS di «voler pazientare per l’occupazione dei locali finchè questo comando verrà autorizzato a trasferirvi i militari». Le pratiche erano «in corso di accoglienza da parte del competente Ministero» data la «indispensabile istituzione di un reparto». Il 10 giugno 1965, l’Ente di Sviluppo Agricolo consegna tramite un contratto di locazione della durata di 9 anni gli ambienti destinati a Caserma. La stipula può essere rescissa in «qualunque epoca quando, per leggittime circostanze la Caserma debba essere trasferita altrove», secondo quanto indicato dall’art.4.
Pochi anni dopo il completamento dei lavori, si rende necessario un intervento di manutenzione ordinaria che riguarda tutti gli edifici e le sistemazioni esterne. Le operazioni erano ritenute «indispensabili […] per contenere i danni verificatisi e consentire la completa efficienza di Borgo Bruca, al quale fanno capo circa 600 contadini». Il 30 marzo 1963 viene, dunque, stilata una relazione per descrivere i lavori da realizzare grazie ai finanziamenti concessi dall'”Assessorato Bonifica” con nota n.BO/2492 del 4 marzo 1963. La spesa ammonta a 22.840.000Lire, compresi gli oneri generali ed il 5% per imprevisti e «il completo riassetto del Borgo in parola». I lavori a base d’asta riguardano il complesso religioso per una spesa di 5.977.916Lire, la Caserma e la Posta per 2.970.055Lire, la Scuola per 4.112.266Lire, il Municipio e l’Ambulatorio per 3.842.130Lire e le opere esterne per 2.956.446Lire a cui si aggiungono il 15% tra spese generali e imprevisti.
Nel 1965, l’ERAS diviene Ente di Sviluppo Agricolo (ESA) e ogni pagamento a favore dell’Ente deve essere rettificato e aggiornato con la nuova denominazione. Così, nella nota n.3602 del 21 marzo 1967, la Direzione Provinciale del Tesoro di Palermo prega l’ESA di «far conoscere gli estremi della G.U.R.S. su cui è stato pubblicato il provvedimento concernente la modifica della denominazione […] e di comunicare altresì il numero do conto corrente postale su cui accreditare alle scadenze gli importi del canone di cui trattasi». Difatti, il Ministero dell’Interno proroga «la locazione della caserma […] dal 12/8/964 all’11/8/1973 per il canone annuo di Lire1.000».
Il piccolo centro rurale, proprio perchè sorto in una zona spontaneamente popolata, ha da sempre avuto vita. Il 3 settembre di ogni anno si festeggia la patrona della parrocchia che coinvolge l’intera comunità dalla mattina alla sera. In una lettera del custode di Borgo Bruca — Vincenzo Pace, impiegato già dal 1959 – indirizzata all’Ufficio Gestione Borghi in data 18 agosto 1961, si rende noto che la «cerimonia avrà sviluppo ecclesiastico con la celebrazione della messa solenne del mattino e funzioni pomeridiane con processione». Ad accompagnare le funzioni religiose «saranno tenuti dei piccoli giochi paesani, per rendere più allegra la festa, del tipo “gioco delle pignatelle”, “gioco della cuccagna sul palo” ed altri. Alla sera la festività sarà chiusa da un probabile scoppio di fuochi d’artificio».
Pochi anni prima che il Borgo venga consegnato al Comune di Buseto Palizzolo, l’ESA rileva con nota n. 2060 del 2 ottobre 1967 che l’Asilo, uno dei servizi fondamentali per la vita di qualsiasi centro rurale, non è mai stato attivato nonostante «i locali destinati a scuola materna sono stati concessi a suo tempo al Vescovado di Trapani». La risposta al sollecito arriva il 24 ottobre dello stesso anno quando con nota n.70335 il Presidente dell’ESA Dr. Angelo Ganazzoli prega l’Ufficio Gestione Borghi di «provvedere, con cortese urgenza, alla consegna dei locali e delle attrezzature a suo tempo concessi in uso provvisorio a codesta Rev.ma Curia, giusta verbali di consistenza del 5.5.1959 e del 21.4.1959». Purtroppo, come accade spesso, le risorse dell’archivio ESA non permettono di ricostruire per intero la questione che per noi rimane insoluta.
Il Borgo è ceduto «in pessimo stato di conservazione da ritenersi inutilizzabile» al Comune di Buseto Palizzolo il 23 aprile 1975 insieme a Borgo Badia, non molto distante dalla cittadina trapanese. Sono presenti, all’atto del passaggio, il Dott. Angelo Burrascano in rappresentanza dell’Ente e il Sig. Antonino Toscano dell’Assessorato i LL.PP. per il Sindaco di Buseto Palizzolo, quel giorno «fuori sede».
Come sancito dalla Legge n. 1/1940 e dalla Legge Regionale n. 9/1954, il bene è patrimonio del Demanio Pubblico e, con accordi di programma del 9 Marzo 2011 tra l’ESA e il Comune di Buseto Palizzolo e del 22 Marzo 2011 tra l’ESA e la Curia Vescovile di Trapani, è interamente nella disponibilità dell’Ente di Sviluppo Agricolo venendo inserito nel progetto “La via dei Borghi” patrocinato dall’Ente stesso.
Grazie ai fondi del PSR2007/2013, l’ESA ha disposto un intervento di recupero relativo al restauro, conservando i materiali originali, di un edificio pubblico inutilizzato (ex caserma carabinieri), la manutenzione straordinaria della chiesa e la sistemazioneadeguamento della piazza esterna, per la valorizzazione territoriale di un sito riconosciuto di interesse storicoculturale da tutelare, che è il crocevia di località storiche e turistiche di grandissimo richiamo (continua a leggere).

Bruca a livello del suono definisce la sua collocazione all’interno di un insediamento rurale. La chiesa al lato Nord è in attivo, spesso chiusa e di conseguenza non visitabile. L’unica casa totalmente disabitata sul lato Nord-Est è inaccessibile (tanto lavoro è stato fatto per sigillare le entrate delle parti più pericolanti). Nel lato Sud alcune case del territorio di Bruca hanno trasformato la piazza del Borgo in una piazza vissuta. Pertanto la ricerca si è concentrata a livello di testimonianza sul luogo sonoro – incentrandosi sulle sorgenti sonore –  che accoglie il Borgo che presenta le particolarità tipiche dell’Area: passaggi di mandrie che ostacolano il passaggio delle macchine, trattori e attrezzi agricoli statici e in movimento e rintocchi di campane tra voci di bambini in distanza.