borgo badia
Borgo Badia ricade nel territorio di Buseto Palizzolo, centro a pochi chilometri da Trapani, e all’interno di quello che un tempo era il Consorzio di Bonifica del Birgi, confluito oggi nel Consorzio di Bonifica 1 Trapani, come stabilito dalla Legge Regionale 45/95. La storia del Consorzio dei Margi di Birgi e del Gorgo Marausa inizia con la classificazione dei territori da bonificare in prima categoria, in base al Regio Decreto n.3256 del 30 dicembre 1923 e la successiva costituzione dell’Ente nel 1929. La zona interessata era di soli 1847 ettari, compresi tra la linea ferroviaria Marsala-Trapani e il torrente Birgi.
Il primo piano di bonifica, redatto nel 1931 dall’Ing. Alberto Marascia, viene respinto dal Comitato Tecnico Amministrativo (CTA) del Provveditorato alle Opere Pubbliche per la Sicilia con voto n.1460 del 31 luglio 1933. Successivamente il progetto viene aggiornato dall’Istituto Vittorio Emanuele III per il Bonificamento della Sicilia ed approvato dal CTA con voto n.2083 del 10 agosto 1934. Con Decreto Ministeriale (D.M.) 9 luglio 1936 n.3753, è concessa al Consorzio l’esecuzione del primo stralcio dei lavori, comprendenti l’inalveazione arginata del Birgi con lo scopo di attuare il miglioramento igienico, la sistemazione idraulica, la costruzione di due strade di bonifica e di un acquedotto rurale per l’approvvigionamento idrico del comprensorio.
Ben presto, però, si manifesta indispensabile un ulteriore ampliamento del perimetro consortile a tutto il bacino imbrifero del Birgi per potere consentire un razionale ed efficace intervento su tutto il sistema idrografico della zona. In applicazione della legge sulla colonizzazione del latifondo, si emana il decreto del Ministero Agricoltura e Foreste n.3224 del 15 aprile 1940 e con DPRS n.152/A del 30 dicembre 1948 l’area si estende ai definitivi 46.838 ettari, comprendendo in questo modo anche gran parte dell’alto bacino del fiume Kaggéra.
Dal punti di vista del regime fondiario, l’area del consorzio si caratterizza per piccolissime proprietà presenti in oltre il 30% dell’intera superficie. Le abitazioni rurali, oltre le 96 case coloniche realizzate dall’Ente di Colonizzazione del Latifondo Siciliano (ECLS) nelle vicinanze di Borgo Fazio e Borgo Bassi, comprendono abitazioni agglomerate e sparse, casette ricovero e bagli.
Con voto n. 29738 del 5 febbraio 1953, il CTA si riunisce per approvare il piano generale di bonifica avanzato dal Consorzio del Birgi per una spesa complessiva di 3.308.500.000Lire di cui 3.046.800.000Lire a carico dello Stato e 261.700.000Lire a carico dei proprietari consorziati. Il progetto, composto da due sezioni: una relativa alle opere di competenza statale, redatta il 27 gennaio 1950 dal Servizio di Ingegneria dell’ECLS; l’altra dalle direttive di massima della conseguente trasformazione fondiaria, curata dal Dott. Morici il 10 marzo 1950.
Il piano prevede, nello specifico, opere di sistemazione idraulica dei corsi d’acqua, canalizzazioni di scolo, rimboschimenti, viabilità rurale per uno sviluppo totale di 133km, dieci case cantoniere semplici e doppie e l’approvvigionamento idrico del comprensorio grazie all’acquedotto di Montescuro. Un capitolo sostanzioso è infine dedicato alla costruzione dei borghi rurali.
Si ritiene indispensabile, per conseguire il massimo sviluppo dell’agricoltura, realizzare un insediamento stabile dei contadini nella campagna e creare un’attrezzatura per il «soddisfacimento delle loro più essenziali esigenze (assistenza sociale, sanitaria, civile e religiosa)». Un grosso investimento finanziario è diretto verso la realizzazione dei centri di servizio di Pianoneve, Tangi e Sperone mentre l’ERAS si occupa di Borgo Bruca e delle scuole nelle contrade Binuara, Bosco Scorace e Gilferraro, queste ultime rimaste su carta. Borgo Badia fa parte di una successiva fase di riforma.
Il primo progetto del borgo rurale è del 13 giugno 1958 quando l’Ing. Michelangelo Girandoli descrive i lavori per un nucleo minimo sui terreni ricadenti sul foglio n.209 del comune di Buseto Palizzolo, scorporati nei piani di ripartizione (PR) 347 di 20 lotti; PR 351 di 13 lotti; PR 372 di 11 lotti; PR558 di 4 lotti. Ognuno di questi è a servizio delle numerose famiglie di mezzadri, affittuari e piccoli coloni residenti nella zona che, nonostante la vicinanza con il centro cittadino, non possono giovare di alcun tipo di servizio pubblico o religioso.
L’accesso al nuovo centro è garantito dalla strada Badia-Palizzolo che, «dipartendosi dalla progressiva km.20,100 sulla SS 187 (Trapani-Castellammare) termina innestandosi alla provinciale Palizzolo-Bruca, dopo avere attraversato il centro abitato di Buseto». I fabbricati da costruire sono una scuola e un asilo con i relativi alloggi e una sede cooperativa con magazzini. Per questa prima versione, Borgo Badia è caratterizzato da una piazza centrale su cui si affacciano i tre edifici che riprendono l’aspetto di quelli realizzati a Borgo Runza o a Borgo Gurgazzi.
La superficie coperta è di 9106 mq dei quali circa mille occupati dagli immobili e la rimanente area è coperta dalla piazza, dalle vie interne, dalle aree adiacenti ai fabbricati, dalle zone a verde e dalla stradella di accesso. Inoltre, il progetto prevede la rete fognaria, le aiuole, i campi da gioco, le recinzioni e tutte le altre opere connesse. Il rifornimento elettrico è garantito dalla SGES e quello idrico dall’acquedotto comunale, risultando quindi l’approvvigionamento di «facile attuazione e di massima economia». L’importo complessivo del progetto è di circa 40 milioni per i fabbricati, 10 milioni per le sistemazioni esterne e ulteriori 8 milioni per le somme a disposizione dell’Amministrazione per un totale di 59.970.000Lire.
Il progetto dell’Ing. Girandoli viene approvato prima dal Sottocomitato Tecnico Amministrativo per la Riforma Agraria con voto n.420 nella seduta del 16 settembre e successivamente dall’Assessorato Agricoltura e Foreste con decreto n.14077\R.A. del 29 settembre 1958. Dopo la consueta gara di appalto, i lavori sono affidati all’Impresa Marchese Quagliata, grazie ad un ribasso dell’1,1% sul costo complessivo.
In corso d’opera si manifesta, però, la necessità di rielaborare il progetto. A spingere l’ERAS a rivedere i propri piani sono sia le sollecitazioni di alcuni assegnatari della zona che dell’Assessorato. Il 29 aprile 1959, viene presentato un nuovo progetto, nuovamente approvato dal Sottocomitato con voto n.561 del 5 maggio e dall’Assessorato con decreto n.6277 del 13 maggio successivo per l’importo complessivo di 88.800.000Lire, suddivisi in 75 milioni per i lavori a base d’asta e 13 milioni per le somme a disposizione dell’Amministrazione. Tale spesa rappresenta una deroga al limite fissato dal decreto interassessoriale dell’aprile 1953 che fissa a 80 milioni l’importo totale per un centro di tipo C.
A seguito di licitazione privata, esperita il 10 luglio 1959, l’esecuzione dei lavori è affidata all’Impresa Martorana F. Paolo e Ruisi Alberto grazie ad un ribasso del 6,50%. In sede di contratto, stipulato il 3 novembre seguente, il ribasso viene migliorato ulteriormente di 0,22% per «tener conto dell’esonero cauzionale concesso all’Impresa» così da ridurre la spesa a poco più di 70 milioni di Lire.
Il nuovo progetto, sui terreni espropriati alla ditta Giuseppe Ancona e Paolo Ancona Notaro, prevede la chiesa con canonica, a firma dell’Ing. Aurelio D’Amore, e lo spostamento del borgo fino al «nodo stradale tra la Statale 187 […] e la Strada Comunale Badia-Buseto Palizzolo, e precisamente su terreni privati, ricadenti nelle particelle 115-116 del Fg. 210 del Comune di Buseto Palizzolo».
A causa dell’intenso traffico della SS187, che avrebbe disturbato la tranquillità e lo studio degli alunni della scuola e dell’asilo, si provvede a spostare «più a monte della strada stessa» tutto il Borgo, «facendolo ruotare in modo che la [via] d’accesso […] venisse a risultare normale all’asse stradale». In questo modo, il prospetto della chiesa assume una migliore prospettiva e un’impostazione planimetrica che ricorda quella dei borghi degli anni Quaranta.
Questi interventi comportano alcune varianti e l’esecuzioni di maggiori lavori come sbancamenti, riorganizzazione della rete fognaria, costruzione di un drenaggio a monte del borgo ed espropriazioni per l’esecuzione della nuova strada di accesso. Inoltre, il Vescovo di Trapani richiede all’ERAS alcune variazioni alla chiesa e alla canonica in modo che «la costruzione della cantoria della chiesa del borgo» si presenti «nella parte opposta dell’Altare Maggiore, al di sopra del portone d’ingresso».
Con nota n.12143\R.A. del 7 settembre 1960, l’Assessorato autorizza l’ERAS ad approntare la perizia di variante e suppletiva che viene redatta il 18 aprile 1961 per l’importo complessivo di 12.200.000Lire, suddivisi in 3.680.000Lire ricavati dalla voce imprevisti del progetto originario e 8.519.286Lire mediante un nuovo finanziamento. Le condizioni contrattuali tra Ente e Impresa, definite nel 1959, sono confermate anche in seguito alla perizia e determinano l’ultimazione dei lavori entro sei mesi dalla data di sottoscrizione del verbale che avviene il 23 aprile 1961.
Con decreto presidenziale n.869 del 20 luglio 1961 e su proposta del Ministro per l’Interno, viene riconosciuto, agli effetti civili, il decreto dell’Ordinario diocesano di Trapani in data 1 febbraio 1960, integrato con dichiarazione di pari data, relativo all’erezione della parrocchia di Santa Teresa del Bambino Gesù.
Nell’agosto 1963, terminati ormai i lavori, il Vescovo di Trapani Mons. Francesco Ricceri chiede all’ERAS che la chiesa venga aperta al culto e che i locali annessi vengano abitati. Non essendo però ancora stato effettuato il collaudo, viene avanzata la possibilità di ottenere una consegna fiduciaria così da assicurare l’assistenza religiosa ai numerosi abitanti della zona. Ad occuparsene è il Sacerdote Don Vito Simonetta da Castellammare, così attento alle necessità dei residenti da acquistare con fondi propri un piccolo pezzo di terra per realizzare un campo sportivo.
Non avendo ricevuto alcune risposta sulla consegna dei locali, la Curia trapanese invia un sollecito all’Ente che il 9 dicembre 1963, dopo accordi presi con la ditta di costruzioni, acconsente al passaggio di proprietà temporaneo a patto che «non vengano assolutamente adoperati i gabinetti, in quanto l’allacciamento alla fognatura non è stato ancora realizzato».
L’11 novembre 1964 è il Comune di Buseto Palizzolo a richiedere all’ERAS alcuni locali di Borgo Badia per potere istituire le classi quarta e quinta della scuola elementare. Data la mancanza di aule nelle zone vicine, gli alunni sono infatti costretti al turno pomeridiano e a «rincasare nelle loro lontane abitazioni a tarda sera, con grande disappunto delle famiglie». Nonostante le aule dell’edificio scolastico siano ultimate, il Commissario Straordinario Salvo Lima fa presente al Comune che «non sono ancora in condizione di funzionare in quanto manca l’acqua e la fognatura».
Dopo diversi tira e molla e con l’intervento della Direzione Didattica di Custonaci, l’Ente decide di procedere alla consegna fiduciaria della scuola, «così come è stato fatto per il plesso ecclesiastico e per l’asilo infantile». Quest’ultimo infatti è stato concesso in uso provvisorio alla stessa Curia che ne ha beneficiato grazie al contratto del 14 gennaio 1965. Poco dopo, l’impresa di costruzioni da il consenso anche per l’occupazione dell’edificio scolastico prima del collaudo definitivo che avviene il 3 settembre. Pochi giorni dopo, si procede al passaggio di competenze alla presenza del Dr. Carlo Barbera in rappresentanza dell’Ente di Sviluppo Agricolo (ESA) e dell’Assessore del Comune di Buseto Palizzolo Giuseppe Bertuglio.
Dal giorno del collaudo, l’ERAS riceve numerose istanze per il servizio di custodia e guardiania di Borgo Badia. Già nel luglio 1960, Salvatore Poma si propone per l’incarico a cui seguono le domande di Giovanni Castiglione, Antonino Poma, Salvatore Sorce, Antonino Cusenza, Sebastiano Foderà, Leonardo Coppola e Innocenzo Oddo. Dopo svariati mesi e solleciti da parte dell’Ufficio Gestione Borghi, la presidenza dell’Ente non individua alcuna figurata adatta a ricoprire il ruolo, posto che rimane vacante per lungo tempo.
Nel settembre 1969, l’ESA si trova a discutere circa la possibilità di affidare alcuni locali di Borgo Badia all’insegnante Giuseppe Angelo che in quel momento teneva corsi di avviamento professionale per adulti, così come indicato dalla nota n.5148 del maggio di quell’anno del Ministero della Pubblica Istruzione. A risiedere nel centro rurale ormai sono anche l’impiegato comunale Giuseppe Savalli, l’insegnante elementare Vita Scontrino ed uno sfollato del Belice che «a distanza di circa due anni [dal terremoto, n.d.r.] occupa ancora i locali».
Tra tutti i casi, però, la storia del Sig. Andrea Tranchina è la più toccante. Questi, già nel gennaio 1965, invia al Commissario dell’Ente di Riforma una lettera, dove in calce è riportata una firma dal tratto insicuro e tremante, in cui racconta la propria disavventura. Sono, dice Tranchina, un
coltivatore diretto, avendo perduta la casa per un insieme di disgrazie e trovandosi attualmente sprovvisto di una qualsiasi abitazione, prega la S.V. ill.ma di volergli concedere in uso temporaneo un alloggio nel Borgo Badia.
Il sottoscritto è spinto a chiedere tanto alla S.V. Ill.ma non per se stesso ma per la moglie e i figli che sono quelli che risentono di questa disagiata situazione.
Nonostante i problemi già noti relativi all’allacciamento idrico e fognario, si decide di procedere comunque ad un’ennesima consegna fiduciaria di un alloggio nell’edificio Sede Cooperativa e Magazzino. Non avendo reperito un riscontro documentale, vogliamo pensare che questa soluzione abbia migliorato la condizione di Tranchina e della sua famiglia.
In quello stesso stabile, il 20 settembre 1966 con delibera n.885, l’Ufficio Gestione Borghi dell’Ente concede alla Cooperativa Agricola Madonna del Carmine di Buseto Palizzolo alcune stanze per svolgere le proprie attività sociali e ricreative. Il verbale di consegna viene firmato il 7 marzo 1967 alla presenza del Presidente della cooperativa Diego Castiglione e del funzionario ESA Salvatore Ingrassia.
In seguito alla delibera comunale del 28 novembre 1971 n.27 e a quella dell’ESA n.220 del 9 aprile 1975, secondo l’art.1 della legge 890/1942, Borgo Badia viene consegnato al Comune di Buseto Palizzolo il 23 aprile seguente, contestualmente al vicino Borgo Bruca. La normativa impone il passaggio gratuito degli edifici e il rispetto del vincolo della destinazione perpetua ad uso di pubblica utilità. A presiedere all’atto sono il Dr. Angelo Burrascano dell’ESA e l’assessore comunale Antonino Toscano, i quali accertano le discrete condizioni dei vari edifici che costituiscono Borgo Badia e constatano l’occupazione abusiva dei locali, occupazione mai stata sanata nel corso degli anni.
Oggi, Borgo Badia gode di ottima salute grazie anche alla presenza di una folta comunità nei suoi dintorni. Qui si organizzano eventi e sagre che richiamano gente e curiosi dall’intera provincia. Nella scuola trova alloggio la croce rosse mentre l’asilo e la scuola sembra siano abitati da alcune famiglie residenti. Tutto ciò ha garantito la manutenzione e la cura degli edifici ed un interesse concreto arriva anche dalla attuale amministrazione comunale che ha da poco inaugurato il nuovo del parco-giochi.