BORGO FRANCHETTO

TIPO DI BORGO — C

progettista — ufficio tecnico consorzio di bonifica di Caltagirone

data di progetto — 1953

località — c.da franchetto

stato di conservazione — ristrutturato

Borgo Franchetto ricade nel vasto territorio di Castel di Judica (10228ha), insieme alle frazioni di Giumarra, Carrubo, Cinquegrane e San Giovanni Bellone.
Il centro rurale, grazie alla scuola, alla chiesa e all’ambulatorio medico avrebbe permesso alla popolazione agricola già presente nella zona di evitare lunghi e costosi spostamenti. Per questo motivo, il Consorzio di Bonifica di Caltagirone, ente promotore dell’opera, non pianificò la costruzione di alcuna casa colonica in modo del tutto simile a Borgo Bruca.
Fu l’Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste ad assegnare al Consorzio di Bonifica Caltagirone la somma di 70.000.000Lire per la costruzione di un primo gruppo di edifici per il nuovo borgo rurale da realizzare in contrada Franchetto e a dare incarico al Consorzio stesso della stesura del relativo progetto del 7 maggio 1953. Questo prevedeva la costruzione di una chiesa con annessa sacrestia con un «vano per eventuale pernottamento»; di un edificio scolastico di due aule ed accessori e annesso piccolo alloggio di tre vani; di un padiglione a due piani in cui ricavare al pianterreno un amblatorio con sala d’attesa, sala visita, locale del medico e servizi e al piano superiore, con accesso didstinto, a mezzo di scaletta esterna, due alloggi riservati rispettivamente all’infermiere e al giardino del borgo; inoltre il progetto prevede la sistemazione delle aree esterne.
Per mettere il borgo in condizioni di abitabilità, il progetto prevedeva l’illuminazione elettrica e l’allacciamento telefonico a mezzo di linea lunga circa 5km e cabina di trasformazione, per una spesa non desunta in estimativo, ma segnata in presunte 14.402.000Lire; il progetto accennava inoltre alla dotazione idrica mediante captazione e adduzione dell’acqua di una sorgente denominata Vassallo esistente a circa 2km dal centro rurale.
Dei tre edifici, quello della chiesa risultava, in sede di approvazione da parte del Provveditorato alle Opere Pubbliche, evidentemente il principale tanto riguardo alla spesa, quanto per il sistema tecnico-costruttivo, i materiali da impiegare, la veste architettonica, etc.
L’importo complessivo per la realizzazione del centro fu fissato a 63.800.000Lire di cui 42.400.000Lire per «lavori a misura e compenso a corpo a base d’appalto» e 21.399.120Lire per le somme a disposizione dell’Amministrazione, rimando in questo modo entro i limiti di spesa stabiliti dal D.A. 1 Aprile 1953 per un borgo di tipo C. I rimanenti 6.200.000Lire furono assorbiti per la realizzazione dell’acquedotto rurale.
Ricadente anch’esso a confine tra il Consorzio di Bonifica di Caltagirone – a cui appartiene – e il Consorzio della Piana di Catania, Borgo San Giovanni Bellone, posto a pochi chilometri di distanza, riprende chiaramente lo stile di Borgo Franchetto, differenziandosi da questo solo per l’ubicazione degli edifici. La domanda di concessione di progetto per la costruzione del Borgo fu vagliata dal Provveditorato alle Opere Pubbliche il 6 Maggio 1955, esattamente due anni dopo il vicino centro rurale in c.da Franchetto.

Secondo alcuni fonti, fino agli anni ’60 il Borgo Franchetto era vissuto pienamente da una comunità di circa 500 persone che si dedicavano alla coltura di legumi e cereali. Anche a San Giovanni Bellone era presente la scuola, l’ambulatorio medico e la chiesa intitolata a S. Giovanni Battista, oggi deposito per macchine agricole e fieno per gli animali.
Il 9 Gennaio 1963, il Comune di Castel di Iudica stanziò 21.305.000Lire di cui 18.961.000Lire su fondi della Cassa per il Mezzogiorno per l’elettrificazione di Borgo Franchetto, Borgo San Giovanni Bellone e della C.da Gambanera. I lavori furono conclusi il 27 Settembre e collaudati il 4 Febbario 1967.
Grazie al DPR n.1320 del 31 Luglio 1963, fu riconosciuta agli effetti civili l’erezione della parrocchia di San Francesco d’Assisi di Borgo Franchetto, facendo seguito al decreto dell’Ordinario diocesano di Caltagirone del 4 ottobre 1960, integrato con dichiarazione del 15 marzo 1962. A presiedere le funzioni religiose fu Don Vincenzo Piro, nominato Parroco del centro rurale il 7 marzo 1967 da Mons. Carmelo Canzoneri. Don Piro dal 1957 al 1962, fu il sacerdote di Libertinia, centro rurale a poca distanza, prima di essere tarsferito a Giumarra presso la Parrocchia di S. Maria del Rosario.

Se le opere del Consorzio di Caltagirone, oggi Consorzio 7 in base al D.P.R.S. 23 Maggio 1997 n.151, si fermarono ai soli servizi, ciò che fu realizzato dall’ERAS fu molto più consistente e capillare. Nei pressi dei due borghi di Castel di Iudica, infatti, l’Ente di Riforma realizzò durante la prima metà degli anni ’50 diversi agglomerati di case coloniche in C.da Ficuzza (P.R.395), Granilia (P.R.118 – Lotti 47), Cuticchi e Ventrelli (Progetto 1953, P.R.27 – Lotti 46), di cui rimangono anche i disegni per i borghi di tipo C e quelli relativi alle contrade Albospino e Favate (P.R.214 – 559) che però non andarono oltre alla fase progettuale.