BORGO GARBINOGARA

TIPO DI BORGO — case coloniche \ c (solo progetto)

progettista — Eustachio Abbate

data di progetto — 1960

località — c.da garbinogara

stato di conservazione — discreto

Garbinogara si trova su una collina a 167m s.l.m. a poca distanza da Buonfornello in territorio di Collesano. I terreni su cui sorgono le case coloniche sono stati espropriati alla ditta Gioacchino Fatta e suddivisi nei piani di ripartizione (d’ora in poi PR) 33 e 88, in base a quanto indicato dalla Legge Regionale n.104/1950 sulla Riforma Agraria.
In provincia di Palermo, la pianificazione dell’Ente di Riforma Agraria per la Sicilia (ERAS) al 1954 vede costruiti o in corso di costruzione tre borghi di tipo A (Borgo Schirò, Borgo Borzellino, Borgo Manganaro) e Borgo Pizzillo, di tipo C in Contrada Portone. Progettati o in fase di studio sono invece numerosi borghi di tipo A, B e C: tra queste opere fa parte Borgo Tudia, Borgo Portella della Croce e i centri del comprensorio di Contessa Entellina. Tra quelli programmati si trovano, invece, per lo più centri di tipo C — cinque — e scuole rurali — ben undici — sparse sull’intera provincia la cui spesa totale ammonta a quasi 600.000.000Lire. Garbinogara, in questa prima fase, rientra tra i centri di tipo ridotto, insieme a quelli nelle contrade Aculeia e Abbate, per un importo previsto di 30.000.000Lire ciascuno, ben al di sotto delle cifre indicate dal Decreto Interassessoriale dell’aprile 1953 che fissava a 80.000.000Lire la massima spesa. Tra i centri di tipo B o medio ci sono quelli da realizzare in Contrada Calcibaida — un’eredità della progettazione dell’Istituto Vittorio Emanuele III per il Bonificamento della Sicilia — e in Contrada Cammisini a poca distanza dal gruppo di case cantoniere del 1937.
Il 19 gennaio 1956, l’ERAS stila un riepilogo generale della situazione dei borghi in cui il centro di Garbinogara è indicato tra i progetti esecutivi in elaborazione il cui importo ammonta a 45.000.000Lire. Da questo momento e fino agli inizi degli anni Sessanta, l’Ente si concentra, eccezion fatta per Borgo Dagala Fonda, Borgo Passarello, Borgo Tenutella Desusino e Borgo Grancifone, su costruzioni più economiche rispetto ai grossi centri degli anni Quaranta. Tanti piccoli borghi e scuole rurali che avrebbero dovuto portare servizi nelle campagne ancora desolate; di questi molti non sorsero mai e rimangono solo progetti conservati nei faldoni dell’archivio ESA.
Nel territorio compreso tra Caltavuturo, Collesano, Isnello Termini Imerese e Cerda in provincia di Palermo, l’ERAS decide la realizzazione di duecento abitazioni sui terreni espropriati. L’incarico è affidato all’impresa milanese Guffanti in base al contratto stipulato l’11 agosto 1956 per un importo previsto di 658.614.000Lire (3.300.000Lire circa a casa) al netto del ribasso contrattuale dello 0,20%.
Il 16 maggio 1957, il direttore del lavori Ing. Matteo Giordano invia all’Assessorato Agricoltura e Foreste della Regione Sicilia una relazione in cui richiede l’autorizzazione ad eseguire «nelle more dell’approvazione della perizia» le opere nonostante un aumento dei prezzi per le singole abitazioni. Ciò è dovuto al fatto che

in sede degli esami preliminari alla consegna dei lavori è stato rilevato che la maggior parte dei terreni sui quali si deve intervenire, ricadono in zone che presentano particolari difficoltà e per natura e giacitura, nonchè per altitudine, esposizione e caratteristiche climatiche

Perciò, secondo Giordano per poter costruire le case e garantirne l’abitabilità e la stabilità è necessario adottare degli accorgimenti particolari ed eseguire dei lavori superiori al previsto: sbancamenti, fondazioni e murature che vanno ad influire nel totale della spesa per 92.430Lire in più rispetto al prezzo iniziale. Per ridurre i costi l’impresa stessa suggerisce l’eliminazione dei fienili e delle concimaie così da «realizzare un’ulteriore economia» di 270.000Lire per abitazione.
Pochi mesi dopo, il 23 novembre 1957, la ditta segnala all’Ufficio Tecnico e all’Ufficio Assegnazioni e Consegne dell’ERAS che il PR33 di circa 144ha deve essere aggiornato e rivisto. Le cause sono da rintracciarsi nella impossibilità di realizzare case per ogni lotto così come inizialmente ipotizzato. Solo undici abitazioni, infatti, sono costruite li dove indicato dal piano mentre le altre sedici sono ubicate «su una zona idonea che interessa i lotti 4-5-6-28-12». Si legge, inoltre, che «gli assegnatari hanno offerto il terreno necessario perchè i lotti medesimi vengano reintegrati con superfici di ugual valore del lotto n.12 che è rifiutato». In ultima istanza, è segnalato il non corretto frazionamento del piano di ripartizione che deve essere perfezionato e che è indicato a seguito della modifica come PR33a.
La situazione appena descritta ha interessato numerosi altri territori tanto che il 13 agosto 1957 il Direttore dell’Ente Arcangelo Cammarata invia un circolare ai vari funzionari coinvolti nella Riforma Agraria: nel testo si richiama l’attenzione innanzitutto alla necessità di prendere contatti con l’Ufficio Assegnazioni per verificare che i terreni su cui operare siano liberi da qualsiasi tipo di pendenza amministrativo-legale e segnalati liberi. Si chiede, ancora, di accertarsi che non subentrino motivi tecnici che

rendano necessario operare in luogo diverso da quello previsto; in tali casi è d'uopo fare pervenire all'Ufficio Assegnazioni una dettagliata relazione dalla quale risultino i motivi che rendono consigliabile lo spostamento [...], affinchè l'Ufficio Amministrativo abbia gli elementi per proporre all'Assessorato per l'Agricoltura le modifiche occorrenti.  È evidente, infatti che se la superficie prevista per la costruzione non è tecnicamente idonea mentre più adatta risulta quella costituente un lotto già assegnato, occorre modificare il piano di ripartizione in modo da destinare all'assegnatario la superficie prima interessata dalle costruzioni e lasciare disponibile per questo ultimo il terreno già in possesso dell'assegnatario.

Il progetto di un centro di servizi a Garbinogara è affidato all’Ing. Eustachio Abbate che ne redige la relazione il 22 aprile 1960. Abbate prevede un plesso scolastico con annesso ambulatorio medico e un fabbricato alloggi per gli insegnanti da costruire sul lotto n.6 del PR.33a «quell’area posta lungo la strada di bonifica che si allaccia alla SS113» in quella fase in progettazione.
Dalla relazione tecnica si evince che la scuola-asilo con l’ambulatorio medico è stata prevista ad unica elevazione e comprende «un vestiboloche immette in un ampio corridoio, due sale per la scuola ed una per l’asilo, il refettorio con annessa cucina ed office, la direzione e due gruppi di gabinetti per maschi e femmine». Le aule, continua il progetto di Eustachio, sono «largamente finestrate» così come indicato dalle norme per l’edilizia scolastica in atto al momento della stesura del documento.
L’ambulatorio medico, invece, è costituito da una sala d’attesa, dalla sala visite, da un piccolo ambiente in cui installare un armadio farmaceutico ed un bagno.
Il fabbricato alloggi si prevede su due piani dove sono presenti quattro alloggi comprendenti l’ingresso, tre camere, bagno, cucina, ripostiglio e corridoio. Tra le opere generali è prevista la rete fognaria, l’alimentazione idrica, la sistemazione delle aree adiacenti ai fabbricati e le aiuole. 
Per le strutture portanti in elevazione si prende in considerazione l’utilizzo di conci di tufo provenienti da Palermo mentre la sabbia per gli intonaci esterni «dovrà essere delle cave di Tommaso Natale», piccola frazione del capoluogo siciliano. Sembra mantenersi in sostanza la linea del risparmio economico che aveva determinato l’approvvigionamento dei materiali durante l’inizio degli anni Quaranta. In quel caso, però, ciò era dettato principalmente dall’avanzare della guerra che rendeva difficile il reperimento delle materie necessarie per le costruzioni.
Per la fornitura di energia elettrica, l’ERAS si affida alle competenze dell’Ing. Salvatore Lauria che il 15 dicembre 1965 redige la relazione tecnica. Soggette al piano sono le località di Garbinogara, Cammisini, Burgitabis, Canne, Cozzisecchi, Verdi e Pala. I lavori sono approvati con D.A. n2755/R.A. del 23 marzo 1967 per un importo complessivo stanziato di 152.000.000Lire di cui 136.965.518 per lavori a base d’asta e 15.034.482 per somme a disposizione dell’Amministrazione. Il 6 giugno, la SITEC di Roma si aggiudica i lavori grazie ad un offerta al ribasso dell’11,29% sui prezzi elementari previsti in progetto, facendo scendere i costi a 121.502.111Lire così come indicato dalla nota n.57841 del 6 settembre successivo emessa dall’ESA. In base al contratto, la SITEC è obbligata a eseguire i lavori alle condizioni del Capitolato Generale di appalto per i lavori pubblici approvato con DPR n.1063 del 16 luglio 1962 ed in uniformità con il Capitolato Speciale di appalto allegato al contratto. La realizzazione delle opere deve essere ultimata entro dieci mesi dalla data del verbale di consegna e in caso di ritardata ultimazione dei lavori è «applicata una penale di 5000Lire per ogni giorni […] oltre al rimborso delle maggiori spese per amministrazione, assistenza, direzione e sorveglianza». È incaricato il Geom. Augusto Mancinelli come procuratore speciale per conto dell’impresa romana, in base alla lettera di incarico n.545734 del 13 giugno, per tutti i procedimenti inerenti a consegna, collaudo e verifiche di vario tipo. Il 26 settembre 1967 è stipulato il contratto tra ESA e SITEC e circa un mese dopo, il 25 ottobre, si procede alle operazioni di consegna alla presenza di Mancinelli e di Lauria. Il termine utile, quindi, per la ultimazione dei lavori è fissata il 25 agosto. Poco prima della fine del contratto, la SITEC chiede ed ottiene una proroga di due mesi così come riporta la nota n.2/173/UTL dell’8 agosto.
Ad ottobre, però, i lavori sono interrotti a causa dell’opposizione di un proprietario dei terreni attraversati dalla linea elettrica per il quale

non è stato provveduto alla redazione del verbale di consistenza poichè si è dovuto procedere ad uno spostamento del tracciato previsto a causa dell'interferenza con la costruenza autostrada [Palermo-Catania, n.d.r] e relativi svincoli.
[Si ordina] all'Impresa SITEC di sospendere i lavori medesimi che saranno ripresi non appena esperita la pratica espropriativa.

Il 25 novembre successivo e nonostante lo stop di 48 giorni, i lavori riprendono e la SITEC consegna i lavori di elettrificazione delle diverse contrade madonite il 12 dicembre non incappando nelle ammende citate in precedenza.
In corso di esecuzione, numerosi sono stati i lavori in economia eseguiti per un ammontare lordo di 351.032Lire come risulta dalle liste settimanali. Inoltre, sono state apportate alcune variazioni rispetto al progetto originario, contenuto tuttavia entro i limiti in «facoltà della Direzione dei lavori». Lo stato finale, redatto il 2 maggio 1969 a conclusione delle opere, indica una spesa complessiva netta di 115.795.220Lire suddivisi in 113.620.910Lire per i lavori a misura, 311.400Lire per i lavori in economia e 1.862.910 per i compensi a corpo. A questi vanno sottratti i certificati di acconto emessi per 107.600.000Lire che danno un credito netto all’impresa di 8.195.200Lire.
Oggi a Garbinogara rimangono solo le case raggruppate su una via principale ed altre sparse nella campagna tra Isnello e Cerda in quelli che un tempo erano i piani di conferimento della riforma agraria.
Gli abitanti hanno convertito alcune abitazioni in dimore estive, altre sembrano fungere da pagliai ed altre ancora sono abbandonate. Nonostante la zona sia ricca di campi da coltivare — famosa è la qualità di carciofi della zona — gli agricoltori preferiscono tornare nei propri paesi più che concedersi ad un luogo nascosto e difficile da raggiungere.