BORGO AMERIGO FAZIO

TIPO DI BORGO — A

progettista — Luigi Epifanio

data di progetto — 1939

località — c.da guarine

stato di conservazione — rudere

Borgo Amerigo Fazio sorge in contrada Guarine e fu progettato dall’Arch. Luigi Epifanio, uno dei maggiori esponenti dell’architettura siciliana insieme a Pietro Ajroldi ed Edoardo Caracciolo, anch’essi coinvolti nella realizzazione dei borghi rurali: il primo lavorò su Borgo Callea (AG), mentre il secondo su Borgo Petilia-Gattuso (CL).
Nel 1939, Epifanio pubblica il volume “L’architettura Rustica in Sicilia” che da un lato “dimostra la profonda simpatia che egli sentiva per l’edilizia rustica” e dall’altro si pone come un compendio di studi, schizzi, disegni e materiali raccolti nel corso degli anni. L’anno seguente, l’architetto monrealese presenta il lavoro “La nuova architettura rurale in Sicilia”, pubblicato dall’Istituto di Cultura Fascista di Palermo. I progetti di Borgo Fazio, dei sottoborghi e dei vari bevai commissionati dall’Ente di Colonizzazione del Latifondo Siciliano (ECLS) rappresentano l’attuazione pratica delle indicazioni contenute nei testi citati in precedenza. Un’architettura fatta da «linee semplici e chiare» che rispecchiava il linguaggio della campagna trapanese, caratterizzata da colline dolci e vaste zone pianeggianti.
Magistrale è la descrizione di Borgo Fazio di Maria Accascina:

gli edifici che formano [il centro rurale, n.d.r] sono in linea sulla strada, secondo una sistemazione tipicamente nostrana (al Pioppo, a Villabate ecc.), ma movimentando le masse plastiche specialmente intorno alla chiesa, in modo tale da generare spazi aperti sulla campagna intorno ma «leganti» l’uno all’altro edificio. I quali sono diversi l’uno dall’altro: alcuni deliziosamente ispirati a costruzioni paesane come la chiesa che par ispirata a quella di S. Trinità di Petralia, ma con questa sensibilità moderna tradotta, altri introduce qualche nota moderna, quando essa è compatibile con le esigenze stesse dell’edificio e con il contenuto che essi affermano. Domina il pittoresco, ottenuto però in modo siciliano, con la varietà del ritmo fra pieni, più frequenti, e vuoti, più rari con il movimento delle masse plastiche pur sempre armonioso nella sua felice spontaneità e tipicamente siciliano, meno espansivo, più trattenuto, più vigilato di quello che hanno le costruzioni di Capri e del Napolitano. A volte un semplice arco, una finestrella smarrita sulla stesura della parete, un incrocio di volumi una scaletta esterna, al giusto posto e la piccola stroffe poetica è scritta. Bisognerebbe che anche la chiesa avesse immagini di tale religiosa semplicità.

A completare ed abbellire gli edifici di competenza statale fu coinvolto il noto pittore palermitano Alfonso Amorelli già autore della Galleria delle Vittore di Palermo e delle pitture del padiglione dello IACP alla Fiera del Mediterraneo, opera dello stesso Epifanio. Per conto dell’ECLS, Amorelli si rese artefice delle pitture del siracusano Borgo Rizza e dell’agrigentino Borgo Bonsigore, dove nell’abside della Chiesa raffigurò in modo  stilizzato un uomo a cavallo con la spada sguainata e in alto una Madonna col Bambino tra due angeli, del tutto simile a quelli presenti nella Chiesa di Borgo Fazio. Ancora una volta Maria Accascina ci fornisce una preziosa descrizione dell’opera dell’artista siciliano per il centro rurale.

Nella chiesa il candore delle pareti è appena variato dai tagli delle arcate e delle linee delle paraste che ascendono agli oculi e ne ricadono come parati. Solo nell’abside, seguendo la tradizione meridionale, interviene, con la sua nota vivida di colore, un affresco del pittore Amorelli rievocante la Vergine col Bimbo che accetta l’offerta del borgo

Un altro artista, lo scultore Archimede Campini, offrì la propria manodopera per realizzare una statua di San Giovanni per la fonte battesimale ed un’altra della Madonna col Bambino, un tempo posta sulla facciata dell’edificio religioso. Il prezzo concordato per quest’ultima opera era di 10.000Lire e, come consuetudine per tal genere di lavori, sarebbe stato corrisposto “un terzo dell’importo all’ordinazione, un terzo al completamento del modello in gesso ed un terzo alla consegna”. Tuttavia, a causa di un probabile ritardo nel pagamento, il 1 Settembre 1940 Epifanio scrisse al direttore dell’ECLS esortandolo a riconoscere all’autore la metà dell’importo convenuto, anzichè i due terzi. In calce alla lettera, ricevuta dall’Ente il 4 Settembre, fu segnata la cifra di 3000Lire come autorizzazione dell’anticipo.
Borgo Fazio rappresenta il primo agglomerato a sorgere nella provincia di Trapani, insieme agli altri centri rurali edificati nelle province siciliane — tranne quella ragusana — ad essere soggette alla colonizzazione del 1939-1940. Il progetto esecutivo risale del 22 Gennaio del 1940 e fu approvato dal CTA del Provveditorato alle Opere Pubbliche con voto n.3164 del 5 Marzo 1940, dopo alcune indicazioni di carattere tecnico-economico. Tra queste sono da sottolineare quelle inerenti i costi e l’uso del cemento armato: nel primo caso, il CTA riconobbe la necessità di una riduzione del 15% sul prezzo iniziale di 1.502.320,61Lire. Nel secondo caso, invece, fu negato “in modo assoluto” l’utilizzo del C.A. per vari edifici e per i solai “per quanto misto a laterizi”, decisione che rifletteva i bisogni italiani in un momento in cui il ferro era risorsa fondamentale per l’industria bellica e non poteva essere sprecato per altri fini. Secondo il D.M.5030 del 3 Giugno 1940, la spesa definitiva per la costruzione di Borgo Fazio fu stabilita a 1.113.043,85Lire a totale carico dello Stato mentre le spese per la realizzazione delle opere di competenza privata che ammontavano a 389.276,76Lire furono sostenute dall’ECLS.

Il contratto di appalto, firmato il 10 Maggio 1940, affidava all’Impresa Bonofeder, con cui l’Ente di Colonizzazione aveva preso già accordi dal Dicembre 1939, la realizzazione delle varie opere di Borgo Fazio. Inoltre, secondo l’Art.7 dello stesso contratto, la Bonofeder avrebbe dovuto ultimare le opere entro il 15 Luglio 1940 anche se, grazie ad almeno un paio di proroghe, l’ultimazione ufficiale dei lavori fu il 16 Dicembre 1940.
Con la seduta del 5-6 Novembre 1940, il Provveditorato OOPP ritenne meritevole di approvazione il progetto presentato dall’Ente di Colonizzazione per la concessione dei lavori di costruzione della strada di accesso al Borgo e dell’acquedotto rurale, per un importo complessivo di 477.490,04Lire. Il voto n.3397 decreteva che la strada sarebbe stata “realizzata trasformando in rotabile una parte della trazzera compresa tra la provinciale Trapani – Castelvetrano ed il Baglio Guarine per una lunghezza di 970,60m., e costruendo un nuovo tratto della lunghezza di 149,40m.” L’acquedotto — di cui fu disposto un accertamento successivo riguardante la potabilità dell’acqua — avrebbe sfruttato “una sorgente esistente a circa 200 metri dal Borgo, la quale, a giudizio del progettista, razionalmente captata, potrà dare una portata di circa l/1″ 0,50, della quale prevede assegnare l/1″ 0,25 al Borgo, ed il rimanente potrà essere distribuita tra le case coloniche”.
L’11 Novembre 1940, furono tracciate già le opere che l’ECLS avrebbe dovuto progettare tra il 1941 ed il 1942 da compiere nel biennio successivo: quelle nella provincia di Trapani avrebbero previsto la realizzazione di almeno due sottoborghi. Uno di questi tra Borgo Fazio e la località Ummarine per un importo di 450.000Lire, sarebbe dovuto trovarsi a metà strada tra Borgo Fazio ed il più recente Borgo Bassi, garantendo i servizi essenziali per i coloni della zona. L’altro, invece, sarebbe sorto lungo strada dei feudi, oggi SP26, tra Paceco e Salemi. Nei piani di Epifanio uno dei sottoborhi avrebbe avuto una chiesa a pianta circolare, riprendendo l’idea attuata da Edoardo Caracciolo a Borgo Gattuso-Petilia.
Secondo la relazione redatta il 2 Settembre 1940, i due piccoli centri rurali avrebbero dovuto comprendere una “Chiesa con la sagrestia, una camera e servizi ed una scuola, con una aula ed accessori oltre all’alloggio per l’insegnante costituto da due camere, cucina, ritirata”. Date le piccole dimensioni, i due edifici costituenti il sottoborgo sarebbero stati collegati in un unico corpo di fabbrica, ricavandone un miglior complesso architettonico.
Come consuetudine, anche nei pressi di Borgo Fazio furono istituiti dei poderi dimostrativi e dei campi sperimentali. I primi avevano il compito, come sottolinea Mazzocchi Alemanni ne “La redenzione del Latifondo Siciliano”,  di fornire “indispensabili direttive tecniche sulla sistemazione dei terreni, sulle piantagioni, sugli allevamenti e sull’ordinamento colturale in genere dei nuovi poderi”. I secondi, invece, avevano un valore prettamente tecnico-scientifico: erano, difatti, pensati per indagini, ricerche e accertamenti sulle colture. La cura di queste aree spettava alla Milizia Nazionale Forestale cosi come l’alberatura attorno ai poderi. Il 23 Luglio 1941 con nota n.3541, il Comando di Palermo della Milizia chiese che l’Ente si occupasse della vigilanza degli alberi piantati intorno a Borgo Fazio ed in particolare quelli nel “podere dimostrativo, danneggiati dai bovini al punto da lasciare temere sulla loro sorte”. Il problema più grave, in realtà, sembrava essere quello dell’approviggionamento idrico che non garantiva l’irrigazione delle piante. Difatti, secondo il Comandante Giuseppe Raho, la “disponibilità d’acqua è ormai esaurita e non si sa come rimediare, tanto che non c’è da fare affidamento sulla sorgente del Borgo che da attualmente un quantitativo orario di acqua di appena 12 litri”. A rispondere fu il Direttore dell’Ente Mazzocchi Alemanni che il 18 Agosto precisava che

mentre questo Ente ha provveduto a dare precise disposizioni per il mantenimento delle piante attorno al podere colonico, non può intervenire per la irrigazione dell'alberatura del Borgo data che ad essa dovrà provvedere, come da accordi a suo tempo presi, codesto Comando che ha curato la piantagione in oggetto

A poche settimane dall’inaugurazione di Borgo Fazio del 18 Dicembre 1940, contemporanea a quella degli altri borghi siciliani,  il Provveditore agli Studi di Trapani con nota n.10010 dell’11 Novembre comunicava che il Ministero autorizzava il funzionamento delle due scuole rurali nel centro agricolo, composte da una scuola elementare “con le classi I II e III miste a una scuola del lavoro con le classi IV e V miste”. In breve tempo, si sarebbe proceduto alla nomina degli insegnanti e all’iscrizione “degli alunni obbligati al servizio scolastico”. La lettera si concludeva con la rassicurazione che la nascita della scuola “sarà valido strumento per la bonifica umana e sociale di quelle nuove generazioni”.
Il primo Marzo 1941 entrò in vigore il R.D. n.1972 del 9 Dicembre 1940 col quale si attribuiva al Borgo trapanese il nome di Amerigo Fazio per “perpetuare la memoria del seniore della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, medaglia d’oro, caduto in Africa Orientale Italiana” e per ottemperare alle Legge n.1 del 2 Gennaio 1940 sulla colonizzazione del latifondo siciliano.
Secondo uno schema delle opere presenti nei diversi borghi rurali della Sicilia al 1941, Borgo Fazio avrebbe offerto tutti quei servizi tipici di un centro di tipo A: tra le opere di competenza statale vi era la Casa del Fascio dove erano presenti gli uffici per la GIL, per il PNF, per l’OND, per i sindacati, per la Delegazione Podestarile oltre al salone delle adunanze. La Chiesa, ad unica navata, avrebbe potuto ospitare circa 200 coloni e possedeva la sacrestia e la Casa del Parroco, costituita da quattro vani e servizi. Abbinata alla Caserma dei Carabinieri ed al dispensario medico era la Collettoria Postale, istiuita in quell’anno ed attiva fino al 16 Gennaio 1966. I locali della posta ospitavano l’Ufficio, il posto telefonico ed un alloggio di tre vani e servizi. La Caserma era costituita dalll’Ufficio dell’Arma, da una camera di sicurezza e, al primo piano, da mensa e dormitori. Il dispensario medico comprendeva la sala visite e due vani per degenza ed al primo piano era sistemato l’alloggio del medico. La scuola era costituita da due aule con annessi spogliatoi e servizi, dalla casa per la maestra con due camere, cucina e bagno. Infine, l’ufficio dell’Ente comprendeva cinque vani e servizi. Le opere di competenza privata, costruite a carico dell’Ente con il sussidio dello Stato, riguardavano le case e le botteghe degli artigiani: trattoria con annessa rivendita generi diversi e monopolio, cucina e magazzino, botteghe del maniscalco, del carradore, del calzolaio, del barbiere e cinque relativi alloggi.
L’arredamento dei locali fu affidato alla Ditta Andrea Ciaramitaro di Palermo che rifornì anche Borgo Giuliano e in epoca ERAS Borgo Portella della Croce nei pressi di Prizzi. Il collaudo e la consegna dei materiali avvenne il 6 Giugno 1941 alla presenza dell’Ing. Lorenzo Franco, funzionario dell’Ente di Colonizzazione addetto al servizio Nuove Costruzioni, in presenza del Delegato Podestarile e di un funzionario della Ditta. Le forniture erano relative all’arredamento della Chiesa e dell’archivio Parrocchiale, della Casa del Fascio e della Scuola con il relativo alloggio dell’insegnante, dell’Ufficio dell’ECLS e dell’alloggio annesso, dell’Ufficio Postale, della trattoria – locanda e della bottega del Barbiere. La spesa complessiva ammontava a 88.009,35Lire, “dedotto il pagamento in acconto del 5-3-1941-XIX in 30.000Lire”, rimanevano 58.009,35Lire somma “subordinata all’impresa della Ditta a compiere tutte le necessarie variazioni all’assito di cassa dell’ufficio postale, nonchè le riparazioni occorrenti alle sedie, panche e mobili avariatisi o durante il viaggio di trasporto o per gli spostamenti eseguiti entro il Borgo stesso.”

Nelle intenzioni dell’ECLS e del suo direttore Nallo Mazzocchi Alemanni esisteva l’intenzione di aggiungere ai diversi centri rurali della Sicilia nuovi edifici e servizi in modo da “assicurare i bisogni indispensabili per una continua permanenza del colono nel podere”. Il 7 Ottobre 1940, nella sua relazione sul programma di ampliamento dei borghi, Mazzocchi Alemanni sosteneva che “col sorgere ed il moltiplicarsi  della abitazioni in campagna […], i compiti che i singoli edifici dei Borghi erano chiamati ad assolvere” non erano più sufficienti. A causa della “dipendenza dell’urgenza di approntare subito i progetti” dei primi centri — continua — “i limiti di spesa imposti” costrinsero a “limitare la progettazione soltanto ad alcuni edifici”. Nella seconda fase, quindi, bisognava pensare al Borgo Rurale come un fulcro di vita, capace di soddisfare i “bisogni immediati” e che sarebbe dovuto “accrescersi col l’accrescersi del numero degli abitanti da servire”. Così, il 10 Novembre 1941, lo stesso direttore dell’ECLS affidò nuovamente ad Epifanio la redazione del progetto di ampliamento di Borgo Fazio. In dipendenza dell’incarico affidato all’architetto di Monreale, l’Ente avrebbe corrisposto 8.000.000Lire alla presentazione del progetto mentre non sarebbe spetatto alcun rimborso per le spese necessarie per i “rilievi di campagna, per tutto quanto occorrerà per completare il lavoro e per apportare al progetto tutte le eventuali modifiche che verranno richiesti dagli Uffici di Stato”.

Nello specifico, il progetto prevedeva la realizzazione degli edifici pubblici da eseguirsi a completo carico dello Stato e degli edifici da eseguirsi a carico dell’Ente con il sussidio statale. Ad ognuna delle nuove costruzioni si sarebbe assegnato un piccolo orto.
La spesa era cosi distribuita:

Spese a carico dello Stato

  • Casa Sanitaria (comprendente i servizi sanitari e gli alloggi del medico, ostetrica, infermiere e assistente sanitaria visitatrice
  • Alloggi per: a) Delegato Podestarile b) Impiegato comunale c) Maestra d) Dirigente Massaie rurali e) Messo-guardia f) Postino g) Bidella h) Uomo di fatica
  • Officina larvicidi
  • Ambulatorio veterinario e piccolo mattatoio
  • Cella Zimotermica

Spese a carico dell’Ente con il sussidio dello Stato

  • Forno-legnaia deposito
  • Molino con alloggio del mugnaio
  • Alloggio fattore podere dimostrativo
l 19 Febbraio 1941, il Dott. Alfonso D’Urso – nel 1965 rappresentante degli agricoltori nella Commissione Prov. di Trapani per la tutela delle bellezze naturali – scrisse una lucida lettera di critica riguardo agli scopi per cui il centro trapanese sorse. D’Urso si concentrava sulla necessità di provvedere ad un efficiente servizio postale che non toccasse le sole case coloniche “lungo la via che dalla provinciale va al Borgo, e lungo la provinciale dal punto suddetto al km6.” ma che venisse esteso a tutto il territorio sotto l’influenza del centro rurale. Solo in questo modo, infatti, si potevano realmente offrire i servizi primari per cui i borghi erano stati voluti e costruiti. Oltre tutto, il servizio postale era reso particolarmente lento “per il fatto che i dispacci postali debbono essere trasportati in bicicletta per ben 19km”. Mai critica più chiara e schietta fu quella per cui

è chiaro che il Borgo non può raggiungere lo scopo di togliere dall'isolamento la campagna circostante se non è collegato al resto del mondo, è parimenti manifesto che, data la distanza da Trapani Marsala o Salemi dal Borgo [...], il territorio di esso è per ora inaccessibile ai privati, ed è quindi necessario la immediata attuazione del servizio richiesto

Per far uscire da questo stato di isolamento la zona di C.da Guarine, D’Urso propose al Presidente dell’Unione Prov. Fascista Agricoltori Dott. Pietro Fontana il ripristino del “soppresso servizio Trapani – Salemi con percorso e fermate: Salemi – Torretta Biddusa – S.Nicola – Cudia – B.Fazio – Xiggiari – Paceco – Trapani (Via Fardella) – Trapani RR.PP.”, utilissima e indispensabile via di penetrazione del latifondo.
Seguendo da un lato “le direttive del Governo è opportuno rendere meno disagiata la permanenza dei coloni […], ed è necessario per lo sviluppo demografico e agrario di provvedere ad un mezzo sicuro e giornaliero di trasporto”, e dall’altro accogliendo le constatazioni di Alfonso D’Urso, il Podestà di Trapani Comm. Domenico Piacentino e il Segretario Generale Cav. Avv. Luigi Fabbri, in accordo con il Delegato Podestarile del centro rurale Dott. Cialente e con il Segretario Unione Prov. della Confederazione Fascista dei Lavoratori dell’Agricoltura di Trapani Dott. Vincenzo Molzani, decretarono l’avvio con nota n.530 del 7 Giugno 1941 di “un servizio pubblico di trasporto passeggeri da e per il Borgo Fazio”. La spesa di 6000Lire, limitata all’esercizio finanziario 1941, sarebbe stata imputata all’art.212 del bilancio comunale con la possibilità di “esser prorogata di anno in anno su rischiesta” dell’Ente di Colonizzazione. Il provvedimento faceva seguito alle esortazione che il 3 Giugno 1941 il Direttore Generale Mazzocchi Alemanni aveva inviato allo stesso Podestà trapanese: nella nota n.8349, infatti, si confermava la necessità di istituire un servizio di corriera con carrozza da Paceco e da Trapani a Borgo Fazio.
A pochi mesi dall’attivazione del servizio, però, i coloni lamentarono un eccessivo prezzo del biglietto “specialmente con questo calessi scoperto”, stabilito da Malzani in 13lire per l’andata e il ritorno, 8lire per la sola corsa di andata verso Paceco. In calce alla lettera del 21 Ottobre, è possibile leggere l’appunto di un dirigente ECLS che dice: “non c’era servizio: si lamentavano. l’hanno avuto: disprezzano pel prezzo”. Continuando, il Sig. Paradiso, autore della missiva, faceva presente che da giorni il fattorino non distribuiva la posta ai coloni, che il prete e la guardia urbana non risiedevano al Borgo se non per qualche ora durante la settimana e che il Capitano dei RR.CC. lamentava il cattivo stato della Caserma tanto da richiedere di “foderare di lamiera la porta della priggione” e di “mettere una inferriata di ferro opure di lamiera addisopra della porta dellufficio della posta”.
Le previsioni del Provveditore di Trapani circa il funzionamento della scuola rurale furono soddisfatte pienamente tanto che il 27 Novembre 1941 il già citato Vincenzo Molzani richiese all’Ente di Colonizzazione l’apertura di altre due scuole, una in località Bellusa e un’altra in località Aquila. La prima, distante circa 10km da Borgo Fazio, avrebbe dovuto servire 20 case coloniche, alcune vuote “perchè non vi esiste la scuola”. La seconda, invece, distante da Bellusa 7km e 17km dal Borgo, avrebbe dovuto servire altre 26 case. Le due scuole, dipendenti dalla Direzioni Didattica Rurale di Trapani, si sarebbero aggiunte a quelle presenti già a Borgo Fazio, a Xiggiari e a Tamburellara, grazie ai locali concessi rispettivamente dal Notaio Montalto e dall’Ing. D’Alì.
Una domanda di concessione per la perizia supplettiva fu avanzata il 3 Febbraio 1942 per una spesa di 403.622,95Lire, accolta con decretro n.4091 il 28 Dicembre di quell’anno. In una realazione dell’Ing. Filippo Pasquini — che in epoca ERAS ritroveremo a firmare diversi progetti per i Borghi della Riforma Agraria — del 5 Maggio 1942 si pianificava un intervento di “somma urgenza” per l’acquedotto del Borgo. Nel documento si legge che

a causa delle copiose precipitazioni della decorsa stagione invernale [...], si sono verificati degli scoscendimenti di terreno che [...] hanno invaso la fronte del bottino [...], interessando [...] la porta. Una tale situazione che minaccia di aggravarsi con il sopraggiungere della stagione estiva impone un immediato provvedimento onde arginare sin dall'origine e con poca spesa un pericolo che potrebbe assumere, se trascurato, ben più vaste proporzioni

Le opere, in particolare, avrebbero previsto il “consolidamento del corpo di terra e la rimessa in ripristino della stradella si accesso” per un importo complessivo di 30.163,93Lire.
Le richieste avanzate qualche mese prima dal Segretario Molzani furono pienamente accolte tanto che, con nota n.20459 del 4 Novembre 1942, lo stesso dirigente del C.F.L.A., scrivendo a Mazzocchi Alemanni, era lieto di comunicare l’apertura della scuola serale per adulti a Borgo Fazio. L’auspicio era quello di veder aumentare il numero di 18 iscritti ai corsi e per far ciò fu avanzata l’idea di “stabilire qualche premio – in attrezzi di lavoro – per gli alunni più meritevoli”. Se a Bellusa si attendeva la costruzione del locale scolastico, nelle contrade di Tamburellara, Xiggiari, Aquila, Domingo e a Borgo Bassi, la scuola serale fu avviata da li qualche giorno cosi da “dare nuova luce e gioia ai nostri bravi coloni”.

Il 5 Ottobre 1942, Epifanio firmava il progetto riguardante un centro di avviamento agricolo (geolocalizzazione) da far sorgere “sul declivio a dolce pendenza della collina su cui fu costruito il Borgo Rurale A. Fazio, a sud-est del borgo stesso e alla distanza di circa 150m. da esso, con il fronte principale svolgentesi parallelamente alla strada già in costruzione tra Borgo Fazio e Borgo” Bassi. La nuova opera, ideata per l’allevamento di vari tipi di animali utili all’agricoltura, si sarebbe sviluppata parallelamente alle curve di livello del terreno per una lunghezza massima di m.168,50 e si caratterizzava per la presenza di tre edifci “nettamente separati ma collegati da gallerie di passaggio in modo da assicurare in ogni ora, e in qulasiasi stazione un’assoluta sicurezza e facilità nello svolgimento delle funzioni delle varie parti singolarmente e in dipendenza tra loro”. In particolare, gli edifici sarebbe stati: il Colleggio, l’abitazione del Direttore degli istruttori, la fattoria.
La struttura del Colleggio avrebbe avuto una pianta ad L con un piano terreno, un seminterrato e due piani sopraelevati. “Al piano terreno si accedeva da un portico carrozzabile il quale immette in un vestibolo in fondo al quale è la scala principale”. Dal vestibolo, due ampie gallerie conducevano alle aule scolastiche, alla biblioteca alla sala degli istruttori, al museo didattico, alla direzione, alla segreteria, al parlatorio e al salone ricreazione. Grazie ad un grande vano di passaggio, i vari locali all’occorrenza avrebbe dato vita al teatro e alla sala di proiezione, “cui è annesso un chiostro per la ricreazione all’aperto, la palestra con gli spogliatoi, il magazzino attrezzi, il pronto soccorso, i cessi lavatoi ecc.”.
Ai piani superiori si poteva accedere grazie ad una scala principale e ad una secondaria. Il primo piano avrebbe potuto ospitare l’infermeria, un dormitorio con annessa la camera dell’istruttore e i bagni. Il secondo piano, speculare al sottostante, si differenziava per la presenza del guardaroba e di un’ampia loggia aperta affacciata sul paesaggio trapanese.
In corrispondenza dell’ala destra dell’edificio, si sarebbe trovato il piano seminterrato raggiungibile grazie ad una scala interna e ad una esterna posta sul fronte posteriore dell’edificio. Qui si sarebbe trovata la cucina, il magazzino, il motacarichi per le vivande, la mensa per il personale di servizio, il forno, la legnaia e l’ambiente per la lavorazione del pane.
Gli istruttori e il direttore avrebbero trovato alloggio in una piccola costruzione con quattro alloggi, due al piano terreno e due al primo, costituiti rispettivamente da un soggiorno, una sala da pranzo, due camere, cucina, dispensa, bagno e terrazzo.
La fattoria, infine, si sarebbe collegata all’estrema ala destra del Colleggio grazie ad un “passaggio a galleria”, racchiusa in uno spazio quadrangolare allungato che, diviso in due parti, creava una serie di piccoli cortili.
Nel complesso, l’intera opera avrebbe coperto una superficie di 5661,67mq con una superificie costruita di 3466,20mq. Sul finire della relazione, Epifanio giustifica le proprie scelte osservando che

questi due edifici per il loro diverso sviluppo in estenzione ed in altezza in corrispondenza alla disparata destinazione richiedevano necessariamente una diversa fisionomia, la quale però, data la loro stretta vicinanza non doveva risolversi in un urto stilistico, ma in una fusione armonica per concezione unitaria. Il problema non era semplice: mentre il carattere della fattoria era ben definito nel tema stesso, e poteva prendere direttamente lo spiunto dall'architettura rurale del trapanese, il carattere dell'edificio alloggio doveva trovare la sua espansione.

Con Decreto n.5878 del 13 Novembre 1946, l’Ispettorato Agrario Compartimentale di Palermo concesse all’ECLS il contributo statale di 201.932Lire, corrispondente al 38% della spesa complessiva di 531.400Lire, occorrente per la costruzione dell’edificio trattoria-rivendita, botteghe artigiane e alloggi, secondo il progetto redatto da Epifanio il 21 Settembre 1946.
Come detto, i programmi per l’ampliamento di Borgo Fazio risalivano al 1941 quando l’ECLS commissionò ad Epifanio il progetto, presentato il 10 Marzo 1942 ed in seguito annullato. Il 19 Gennaio 1949, però, l’elaborato fu riesumato così da integrare agli edifici già costruiti quelli mancanti e soddisfare i criteri fissati nel Decreto Interministeriale n.11255 per un Borgo di tipo A. Furono confermati i lavori per costruzione della casa sanitria, per gli alloggi degli impiegati comunali e aggiunti quelli per l’illuminazione, per l’incremento dell’approviggionamento idrico, per gli arredamenti, per l’alberatura e per le espropriazioni.
L’8 Febbraio 1949, poco meno di un mese dopo dalla redazione del progetto, Rosario Corona, in qualità di Commissario Straordinario dell’ECLS, chiese all’Assessorato Agricoltura e Foreste 55.000.000Lire, dei 60.000.000Lire stanziati dall’E.R.P. (European Recovery Program), per il completamento definitivo in parola. Varie furono le imprese di costruzione indicate dall’ECLS per effettuare i lavori di ampliamento e “rafforzamento”: Sempieri, Paradiso e Rimpici. A quest’ultima fu affidata la costruzione di un fabbricato servizi, di una concimaia, di un silo e di un pollaio per le massaie rurali. Inoltre, fu concessa la costruzione di una vasca e della relativa conduttura per la raccolta delle acque di scarico del Borgo per una spesa complessiva di 130.000Lire. Dalle fonti d’archivio, salta all’attenzione sia la velocità con cui dovevano essere consegnati – entro 5  mesi dalla data del verbale – che la multa di 50Lire per ogni giorno di ritardo.
Con D.P.R n.1000 del 5 Giugno 1948, fu riconosciuta, agli effetti civili, l’erezione a parrocchia della Chiesa della Beata Maria Vergine della Vittoria del Borgo, facendo seguito al decreto del Vescovo di Mazara del Vallo in data 2 febbraio 1947, integrato con dichiarazione del 29 marzo stesso anno.
Nonostante gli sforzi fatti, i disservizi dell’Ufficio Postale di Borgo Fazio furono davvero molti: nel Giugno 1944, furono rilevate infrazioni al segreto postale e nell’Ottobre 1949 il Dott. D’Urso richiamò l’attenzione della Direzione Provinciale delle Poste sulla lentezza nella consegne di lettere e telegrammi. I tempi nei quali venivano percorsi i 18km che separano Trapani da Borgo Fazio erano uguali a quelli che “analoghi mezzi di comunicazione impiegano a percorrere i 1860km che separano Trapani da Torino”. La lettera si conclude con un’ennesima tagliente riflessione

I fatti esposti esposti non hanno bisogno di commenti e sono tanto più deplorevoli in quanto i Governi che da 20 anni a questa parte si avvicendano al potere in Italia pretendono di fare abitare la zona in questione da uomini civili e vogliono riversare la responsabilità degli scarsi successi ottenuti in questo campo sulla mala volontà di privati cittadini e non sulla assenza o sul pessimo funzionamento dei più elementari servizi pubblici

Durante gli anni della Riforma Agraria, il raggio di Borgo Fazio avrebbe compreso i P.R. 860 – 567 – 140 – 758 – 650 – 42 – 44 – 76 e si sarebbe intersecato con la zona di competenza di Borgo Bassi e dei borghi di tipo C previsti nelle C.de Ranchibilotto, Giarretta e Case Caramazza, appartenenti al Comprensorio di Bonifica del Birgi.
A pochi mesi dall’entrata in vigore della Legge Regionale n.9 del 5 Aprile 1954, l’Assessorato Agricoltura e Foreste predispose il primo programma esecutivo relativo alle opere pubbliche di bonifica da eseguire con i fondi previsti dal D.L.vo P. Reg. 3 marzo 1949, n. 3, convertito nella L.R. 14 luglio 1949, n. 33. Il piano autorizzava, grazie al finanziamento UNRRA-Agricoltura avviato nel Novembre 1951, “la spesa di lire 500 milioni ripartita in cinque esercizi a decorrere da quello 1954-55” ed imponeva all’ERAS o ai consorzi la “costruzione di borghi rurali, restando la relativa spesa a totale carico della Regione. Le caratteristiche dei diversi tipi di borgo rurale nonché il limite massimo della spesa relativa, saranno determinati con decreto dell’Assessore per l’agricoltura e le foreste di concerto con quello per le finanze” (art.4). Il limite a cui si fa riferimento fu indicato dal Decreto Interministeriale n.11255 del 3 Gennaio 1941 poi ripreso dal Decreto Interassessoriale 1 Aprile 1953, indicanti la massima spesa per i Borghi A-B-C. A beneficiare inizialmente del piano economico furono i borghi Schirò, Bonsignore, Cascino e Fazio per i quali fu pianificato il “ripristino o la istituzione exnovo, per un quadriennio, di alcuni servizi pubblici”. La volontà del Governo regionale di dare un nuovo sviluppo ai 24 borghi costruiti o in fase di costruzione al 31 Agosto 1954 mirava a ottenere “due risultati di vasta importanza sociale ed economica” e cioè:

• legare definitivamente la famiglia colonica al podere;
• incrementare il rendimento economico-agrario del podere con la costante permanenza di tutte le unità lavorative o non della famiglia colonia;

Il provvedimento rispondeva, infatti, alle necessità accorse in seguito allo sbarco alleato del 10 Luglio 1943 e secondo le disposizioni dell’art.4 commi I° e III° della Legge 890/1942, per cui Comuni sotto i quali ricadevano i borghi rurali non poterono più usufruire delle “somme occorrenti per le spese di attrezzature e di funzionamento”. Ciò provocò, da parte dei piccoli paesi, il completo abbandono dei borghi, la sospensione di tutti i servizi, compreso quello sanitario e religioso, nonchè la mancata custodia dei locali e del “costoso arredamento che è stato manomesso ed, in parte, sottratto”. Nelle intenzioni dell’ERAS, ricorrendo ad una modifica, con un provvedimento legislativo di quanto disposto dall’art.4 della Legge 890/1942, vi era la necessità di procrastinare per un periodo di nove anni le anticipazioni ai comuni per “le spese di funzionamento dei servizi pubblici indispensabili”.
Al 4 Settembre 1954, Borgo Fazio garantiva ai coloni trapanesi l’assistenza civile e religiosa, sanitaria e scolastica, la presenza di un fabbro carradore e un calzolaio, l’attività dello spaccio e della trattoria, la tutela dell’ordine pubblico, i collegamenti di persone o cose ed il servizio telefonico e postelegrafonico. Secondo il prospetto elaborato dall’Ente, era presente anche l’assistenza ricreative e culturale grazie ad un Cinema e ad una biblioteca circolante. In calce al documento, era indicato che

gli edifici sono per la massima parte inefficienti. Occorrerebbe intervenire, previo finanziamento, con una perizia di manutenzione ordinaria e straordinaria. Da tenere presente che il rifornimento idrico non è sufficiente ai bisogni del borgo

Secondo una stima effettuata nel Febbraio 1955, la spesa per il recupero di Borgo Fazio ammontava a 10.000.000Lire. Tale cifra, suddivisa in 9.052.000Lire per i lavori a base d’asta e 948.000Lire per spese generali, era calcolata secondo la perizia effettuata dall’Ing. Francesco Panzera del Primo Reparto Progettazione e Direzione Lavori e dal Geom. Giovanni Frigione dell’Ufficio Fabbricati Rurali dell’ERAS con l’intervento del Prof. Floridia, successivamente al sopralluogo del 13 Gennaio, durante il quale fu riscontrata la necessità intervenire sulle “reti di fognatura e di alimentazione idrica al fine di diminuire le numerose perdite”, eseguire il completamento di alcuni lavori di manutenzione su diversi edifici e sulla Scuola che presentava numerose lesioni.
Ad inizio Ottobre 1955, l’importo fu ridotto dall
‘Ufficio Gestione Borghi Rurali a 5.000.000Lire su una somma complessiva di 139.000.000Lire destinati alle opere di ripristino dei vari centri della Sicilia. I lavori non furono cosi efficaci, se il 18 Luglio 1957 il Comandante di P.S. Pietro Ganci, facendo un dettagliato resoconto sulle condizioni di Borgo Fazio, annotava che

durante una visita effettuata alla scuola [...] ha rilevato che i muri che compongono la stessa, quasi nella totalità, sono offesi da crepature tanto profonde che le facciate interne ed esterne della medesima appaiono nettamente spaccate da parte apparte. In prevalenza dette crepature si presentano più gravi negli accessori di detto stabile ove, le stesse, si prolungano dal pavimento fino alla soffitta. Il sottoscritto ha, inoltre, rilevato che il pavimento della prima aula, della scuola in questione, si è lievemente abbassato. A giudizio dello scrivente, ciò è dovuto non solo alla mediocre qualità del materiale impiegato ma, principalmente, a causa di alcuni alberi che sorgono a pochi metri della parte posteriore della suddetta scuola cui radici, indubbiamente, hanno notevolmente influito sulla sua stabilità. A completare l'opera distruttiva di detto edificio vi è il vento il quale, spesso, con la sua furia devastatrice, si abbatte su questo Borgo, ininterrottamente, per decine di ore, picchiando su tutti gli ostacoli che incontra, ad una velocità che a volte supera i 100km.orari. la cui forza, non di rado, è riuscita a scoperchiare alcuni fabbricati dei d'intorni. Al fine di salvaguardare l'incolumità delle persone e in particolare quella di alcuni bambini, che di sovente giocano intorno alla scuola summenzionata, lo scrivente ha provveduto a chiudere la porta posteriore della stessa evitando così l'accesso sia ai bambini che alla furia del vento il quale entrando con violenza all'interno dello stabile provocherebbe maggiori danni, non escluso il crollo di parte di esso considerando le già sue malferme condizioni di stabilità

Il problema che affligeva la scuola di Borgo Fazio era noto da anni tanto che il Direttore delle Scuole Rurali di Trapani Giovanni Scuderi scrisse all’ECLS che l’insegnante fu costretto a sospendere le lezioni a cause delle “violente raffiche di scirocco” e “impartire le legioni nel suo alloggio”.
Con nota n.22084 del 4 Aprile 1956, l’ERAS richiese all’Assessorato Agricoltura e Foreste “lo stanziamento di nuovi fondi” per la riattivazione dei borghi rurali costruiti in applicazione della Legge sul Latifondo Siciliano del 1940. Nella documento, firmato dal Direttore Generale Arcangelo Cammarata, si considerava utile e necessaria “nel quadro delle opere connesse con la Riforma Agraria” provvedere alla funzionalità dei servizi previsti per ognuno dei diversi centri. L’importo complessivo, riguardante sia gli edifici, le strade e le piazze interne, che le relative strade di accesso ed acquedotti, ammontava a 370.000.000Lire, prendendo in considerazione 12 borghi ECLS, restando esclusi Borgo Callea, a quella data in corso di completamento, e Borgo Caracciolo, la cui esecuzione fu sospesa con D.M.2023 del 1946.
Con nota n.3201 del 7 Maggio 1956, l’Assessorato dichiarava che “per il momento non si può intervenire per mancanza di disponibilità di fondi di bilancio” ma “di esaminare quali dei predetti borghi interessano zone di scorporo, al fine di concordare con il competente ufficio del medesimo Assessorato, l’intervento e la esecuzione dei lavori di ripristino con fondi disponibili per l’attuazione della legge di R.A.” Considerato ciò il numero dei centri si ridusse e il Direttore dei Servizi di Ingegneria Ing. Pasquini, in accordo con il Direttore dei Servizi di Trasformazione ed Assistenza ERAS Prof. Berna, individuò Borgo Fazio, Borgo Gattuso, Borgo Cascino, Borgo Borzellino e Borgo Schirò tra quelli meritevoli dei provvedimenti poichè più prossimi a zone di scorporo e riforma agraria.
Per conto dell’Ente di Riforma Agraria, l’Ingegnere Filadelfio Valenti redasse una perizia di manutenzione straordinaria riguardante le sistemazioni esterne, la rete idrica e fognaria, alcuni edifici e gli arredamenti. In particolare, secondo la relazione del 29 Agosto 1957, i lavori avrebbero compreso la revisione e sostituzioni di alcuni tratti di tubazione, la demolizione e il rifacimento di soffitti e pavimentazioni di alcune stretture, lo scrostamento e il rifacimento di una parte di intonaci interni ed esterni e il completamento del fabbricato locanda. Tali opere ricalcavano quelle del prospetto presentato l’anno precedente dall’ERAS all’Assessorato per la riattivazione del Borgo. La spesa complessiva, determinata in base al reale costo dei materiali e alla manodopera, “incrementati dalle maggiorazioni di legge e dell’utile spettante all’Impresa, nonchè delle spese di trasporto a piè d’opera”, ammontava a 23.475.000Lire di cui 19.500.000Lire per i lavori a base d’asta e 3.975.000Lire per le somme a disposizione dell’Amministrazione. I lavori, consegnati all’Impresa Pietro Aiello il 13 Aprile 1959, secondo il D.A.07915/R.A. del 4 Giugno 1958, furono diretti dallo stesso Ing. Valenti affiancato dal Prof. Guido Mauroner per la contabilità. Nel 1962, il Servizio di Ingegneria ERAS affidò un ulteriore incarico ai due professionisti per nuovi lavori di manutenzione straordinaria, per un importo di 26.639.492Lire.
Nonostante le diverse opere di manutenzione, Borgo Fazio è uno dei borghi che oggi versa nelle condizioni peggiori. Molte delle strutture hanno subito crolli a causa del tempo, dell’incuria e del devastante terremoto del Belice del 1968. La chiesa ha perso il prospetto principale, le officine e le botteghe artigiane hanno i muri portanti ormai ceduti.
Il Borgo fu consegnato al Comune di Trapani con obbligo di utilizzo per scopi di pubblica utilità il primo Febbraio 1978 in base a quanto stabilito dalla Legge 890/1942. Pensando ad una riconversione e rivalutazione, è facile lasciarsi sconfortare.

Acusticamente Borgo Fazio risente fortemente della presenza delle pale eoliche che, ad ogni ora del giorno, emettono un fastidiosissimo ronzio e un continuo loop. E’ davvero difficile trovare un punto che non sia figlio di questa immagine acustica. In particolare a ovest aumenta questa atmosfera dove a est, invece, in misura minore si rarefà. La difficoltà ad entrare dentro i luoghi, per la maggior parte decisamente pericolanti, fa si che una indagine sui materiali escluda quasi totalmente l’interno. Nonostante questo, il ferro dei tubi e dei pali della luce produce risonanze incredibili che è possibile far risaltare attraverso lo sfregamento con la pietra e con il legno. Il pozzo a est è profondo quanto basta per interessanti giochi di eco. Il paesaggio esterno, annichilito dalle pale, a livello acustico, quasi non esiste.